mercoledì 19 dicembre 2012

Un soggetto a specchio

      So di essere considerato un soggetto altamente indisponibile. Accetto la critica, naturalmente, ma la considero alquanto pregiudiziale e immotivata. In realtà, sono un classico "soggetto a specchio": gentile con chi è gentile con me, reattivo con chi è aggressivo, sgradevole con chi è sgradevole, neutro con chi è neutro.     
       Agisco per reazione, raramente per iniziativa mia e, se una persona mi interessa, non cercherò mai di rompere con lei. Lo dimostrano le amicizie trenta o quarantennali - solidissime - che mi legano ad alcune persone.
       Amo le persone vere, autentiche, quelle che non vogliono nulla da me e alle quali naturalmente io nulla chiedo. Coltivo special relationships che hanno valicato i confini del tempo, magari non prive di qualche momento di tensione, ma sempre tenute in vita dalla grande sincerità reciproca.
       Divento durissimo, per contro, quando vengo colpito. Siccome nutro, oltre che una Sympathy for the Devil, anche una corrispondente Sympathy for the Evil, posso capire chi mi colpisce in base a un disegno strategico preciso. Non lo perdono certo (sono estraneo al concetto cristiano di perdono), ma comprendo le di lui ragioni. Divento ancora più duro se penso di essere stato colpito per errore, o per superficialità, o per incapacità di analizzare una situazione, o per pura e semplice stoltezza. Reagisco sempre subito, e in genere male. E tendo a chiudermi in me stesso.
       Detesto infine coloro che mi colpiscono con freddo cinismo, salvo poi, se oggetto di una virulenta reazione mia, negare di avere mai inteso farlo, o emettere alti lai, come oche del Campidoglio; o rimproverare allo scrivente il suo pessimo carattere (mitico...!).
       A me piace interpretare tutte le cose con un forte "senso del tragico", nell'intento pedagogico di far capire a chi si rapporta con me che è da stolti pensare che tutti i comportamenti siano neutri. No, nulla è neutro, anche se siamo narcotizzati al punto da non provare più sensazioni né emozioni. Io continuo a provarle, ed a vedere l'ostilità nei miei riguardi là dove c'è. Se poi qualcuno lo nega, prendo atto. Io però l'avevo percepita e, in genere, continuo a percepirla. Me lo dimostra il fatto che gli scontri con me raramente si concludono in paci, semmai in guerre permanenti. Se ostilità non ci fosse stata, a cose fatte una pace sarebbe stata possibile. E invece...

                                                                                                  Piero Visani

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