mercoledì 2 gennaio 2013

Il Leviatano

       I padri latini, che evidentemente avevano una conoscenza degli umani superiore alla nostra, erano soliti affermare: "Quos perdere vult, deus dementat". E' il primo commento che mi è venuto in mente pensando all'accordo che, negli Stati Uniti, è stato raggiunto tra democratici e repubblicani, onde evitare il cosiddetto fiscal cliff.
       In effetti, se il mondo non fosse pieno di stolti, chiunque capirebbe che sono iniziati, anche negli USA, i sacrifici umani al Leviatano dello Stato sociale, quello che li ucciderà esattamente come ha già ucciso la vecchia Europa.
       Ancora più singolare è l'euforia delle Borse, a dimostrazione del fatto che, ormai, i sacrifici al mostro sono diventati una componente consustanziale della cultura occidentale, che esulta per tutto ciò che la uccide. Passeranno pochi mesi e tutto tornerà come prima, anzi peggio di prima, poiché il Moloch si autoalimenta e al tempo stesso distrugge. Così, mentre i Paesi che danno una giusta dimensione al Welfare continuano ad andare avanti a ritmi sempre più elevati, il mondo occidentale si autodistrugge per onorare un principio e un'idea che l'hanno già affossato, facendogli perdere il suo posto nel mondo e facendogli guardare ai pensionati e agli abitanti degli ospizi come il suo futuro, e non come il suo passato. Gli elementi più valenti delle giovani generazioni fuggono a gambe levate per sottrarsi al mostro, ma qui restano, soddisfatti di sé, i nonagenari e quanti campano grassamente su di essi facendo finta di assisterli (come gran parte delle classi politiche e delle loro burocrazie dell'Unione Europea). E magari, per soprammercato, qualcuno riesce pure a vedere la luce in fondo al tunnel... Anche se non sono credente, azzardo: deve essere la luce del Paradiso, o comunque dell'aldilà, perché siamo già morti, uccisi dall'economicidio, dal tassicidio e dal pensionicidio. E' tutto gratis, no? Persino la nostra vita, che ormai, almeno quel poco che ne rimane, è palesemente a credito. Io contribuisco al Bene comune (credo, in particolare, a quello di Fiorito, di Penati, della famiglia Bossi, di Daccò, di Formigoni e di tanti altri...), ma non so più che cosa sia un briciolo di felicità, e la mia famiglia con me. Posso però garantire, essendo di formazione uno storico, che, più uno crede di essere impunito, più finisce male... Dunque attendo, sereno, per una volta. Il tempo è galantuomo, almeno lui.

                                                                                                                  Piero Visani

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