giovedì 31 gennaio 2013

I'm going slightly mad

      Ci sono momenti, nella vita di una persona, in cui immagini e suoni parlano più di mille discorsi. Dopo una giornata umanamente ed emotivamente molto faticosa, permettemi di rappresentare me stesso, e come mi sento, con un fantastico video di uno dei gruppi che amo di più, i Queen, e della loro icona musicale e soprattutto estetica, Freddie Mercury.

http://www.youtube.com/watch?v=Fb-3seZSQ_Q


        Il video è una perfetta rappresentazione di me, del mio universo onirico, degli apparenti nonsense che si intrecciano al suo interno e che in realtà hanno un'intima logica. E' vero, I'm going slightly mad, e va bene così. Un po' l'ho voluto io, un po' l'hanno voluto altri. Ma in quella dimensione di sogno/incubo, dove l'iterazione musicale tende all'ipnosi, quello che è stato the great pretender diventa un'icona di se stesso, un pagliaccio soddisfatto di essere infine diventato quello che viene considerato, e di pavoneggiarsi nella sua alterità, a cavallo tra sessi, identità, funzioni, ruoli. Un autentico soggetto trasversale, un qualcosa e un qualcuno che forse non possono essere e che, proprio per questo, sono.
       Qui, la rappresentazione di sé diventa Sé ed è fantastico potersi pavoneggiare per quello che si viene considerati, è fantastico poter rivendicare che I'm going slightly mad, lasciando i sani a riflettere (se ne sono capaci...) sul loro desiderio di infilare, sempre e comunque, le persone dentro a qualche griglia e di arrabbiarsi terribilmente se, in qualche modo, non riescono a farlo.
       Un fantasmagorico "ridi, pagliaccio!" che rivendica soddisfatto una natura cialtronesca che probabilmente non è sua, non gli è propria, ma che gli altri si ostinano ad attribuirgli. E dunque, perché non soddisfarli e assumerla?
       Sì, I'm going slightly mad, con perfetto orgoglio e serena consapevolezza. Il pagliaccio, il cialtrone che sa di esserlo, è infinitamente migliore di quelli che fingono di non esserlo o che proprio non sanno di esserlo. Il suo infinito gusto per l'estetica lo induce, anche in questo caso, a una sublime interpretazione. Occorre esserne capaci...

                                                                           Piero Visani

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