lunedì 18 febbraio 2013

Peter Trash fa i conti con se stesso

       In questi giorni, causa pressanti impegni lavorativi, ho avuto pochissimo tempo per pensare, ma sono giunto ad alcune interessanti acquisizioni:

- sono andato là dove mi portava il cuore. Ho preso una colossale nasata, e me la tengo;

- sono andato là dove mi portava il cuore, e sono stato preso bellamente in giro. Capita. Non faccio salti di gioia, ma a me è capitato spesso. Essendo io una persona radicalmente disinteressata, dalle donne - che in genere propriamente disinteressate non sono... - ho sempre preso colossali mazzate. E me le sono tenute.

- sono stato molto coerente, e certo non mi è giovato, ma alla coerenza tengo molto.

- ho voluto bene, alla mia maniera ingenua, gioiosa, giocosa, generosa, dionisiaca. Ho subito le solite repressioni, i soliti rifiuti, i soliti ALT, i soliti distinguo. Non ho niente da recriminare. Una persona propone e ovviamente non è obbligatorio che le sue proposte vengano accettate.

- sono stato sincero, e mal me ne incolse. Ma non ne sono pentito. Mi sono sempre comportato così, e continuerò a farlo.

- sono stato prima molto gradito e poi sgraditissimo, ma sono stato sempre io, sempre me stesso, senza mai cambiare. Sono finito in mezzo a colossali sbalzi d'umore, ma ho cercato - fin che ho potuto - di gestirli, cercando delle soluzioni. Dunque sono stato dialettico e disponibile alla trattativa, ma ho ricevuto solo proposte ultimative, genere "prendere o lasciare".

- ovviamente ho lasciato, essenzialmente per dignità, e ora faccio i conti con me stesso e penso di essermi comportato bene, di avere fatto tutto il possibile, di avere proposto varie soluzioni per salvaguardare un bel rapporto. Naturalmente, una soluzione di compromesso presuppone che si sia in due, ad accettarla. Io invece ero solo e, in cambio, mi era offerto al più "un patto leonino".

- oggi, da colui che era stimato "come uomo, come maschio, come intellettuale" sono divenuto Peter Trash, ma non me ne curo più. Innanzi tutto, il ruolo non mi dispiace e poi penso che ogni esperienza, per quanto negativa, insegni qualcosa e a me ha insegnato a mantenere ferma la mia visione del mondo: ad amare, sempre e comunque; a dare, ogni volta che sia possibile; a uscire dalle culture dell'esclusione per essere costantemente me stesso e un altro, per spostare i confini della mia personalità un po' più in là, per continuare a essere propositivo intellettualmente, empatico emotivamente, stimolante sessualmente, interessante sentimentalmente. Ho portato con me, in questa infelice esperienza, tutto il meglio che avevo e che potevo dare. E so di averlo dato. Se non è andato bene, se ha suscitato una chiusura totale, posso capirlo e rispettarlo, ma posso anche dire che non è dipeso da me. Ho fatto le mie proposte, ho dato prova di enorme flessibilità, ma nulla di me andava più bene, dopo una certa data. Dunque la conclusione era scontata ed è giusto che sia stata tale. Capisco benissimo che non si possa piacere a tutti, o interessare a tutti o essere ritenuto di un qualche valore da tutti. Giusto dunque avermi buttato via: io ho detto e fatto tutto quello che potevo fare. Se non sono risultato convincente, sicuramente la cosa è frutto dei miei limiti, della mia modestissima capacità di suscitare interesse. Me ne dolgo, ma, proprio perché sono sempre stato sincero, di più non avrei potuto fare. Uscire di scena era la conseguenza più normale, dopo tale constatazione. E il fatto che ora mi sia autodefinito Peter Trash dimostra che ormai ho metabolizzato la mia sorte e comincio a scherzarci su. E' fin troppo palese, del resto, che tutto mi considero, meno che Peter Trash. Se qualcosa mi ha tenuto brillantemente e baldanzosamente a galla, in questa "piccola storia ignobile", è la mia formidabile e incrollabile autostima. E' innegabile che ho suscitato ribrezzo in relativo, in un caso specifico, ma non penserete mica che lo susciti in assoluto...? Un po' di tristezza è comprensibile, dopo essermi tanto speso; ma lo scoramento quello non so proprio che sia. Sono sempre io, con una semplice cicatrice in più. E la ferita non mi ha certo cambiato. La mia brama di vita è identica, forse pure superiore...

                                Piero Visani

Nessun commento:

Posta un commento