martedì 26 marzo 2013

Bibliografia

       Sto faticosamente ricostruendo, un pezzo alla volta, tutta la produzione bibliografica della mia esistenza (libri, contributi a opere collettanee, prefazioni, saggi per riviste scientifiche, recensioni). E' un lavoro lungo, che svolgo per rendere completo il mio profilo professionale su LinkedIn. Ma è un lavoro che ormai mi appassiona, perché sto facendo una cosa che non avevo mai fatto: ricostruire tutta la mia produzione bibliografica. Quando si hanno più anni dietro di sé che davanti a sé, queste cose fanno piacere, danno il senso di una vita, anche se, sul senso della mia, avrei parecchi dubbi. In ogni caso, ho scritto molto, visto che in definitiva è sempre stata una delle poche cose che mi è piaciuto fare.
       Come si può notare, man mano che ci avviciniamo ad oggi i miei scritti si rarefanno, perché ho perduto progressivamente il convincimento che il mio scrivere potesse servire a qualcosa. Ora scrivo essenzialmente per me stesso, per sviluppare un mio percorso interiore. La ricerca di me è ciò che ormai mi interessa di più. Coltivo una profonda interazione con tutti quanti colloquiano con me; con gli altri, da tempo mi sento vox clamantis in deserto, per cui ho abbandonato tutti quei percorsi esteriori che sono stati la tematica dominante della mia vita fino al 2006 circa e ora sto sviluppando solo un percorso interiore. Devo dire che, lungo questo percorso, qualche incontro interessante lo sto facendo e questo mi gratifica, perché scovare le empatie, gli idem sentire, l'identità di visione del mondo è una cosa che conforta molto. Infatti, muovendo da strade diverse e da stili di vita e Weltanschauungen sovente diversissime, ci ritroviamo spesso we few, we (un)happy few, we band of brothers(sisters). E' una citazione che faccio spesso e me ne scuso, ma trovo che trasmetta bene una sensazione vera, quella di fratellanza di spiriti. In questo mondo di gente che parla ma non comunica, che svuota i significanti di significato, avere dei fratelli e sorelle in spirito è una consolazione non da poco.

                         Piero Visani

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