lunedì 18 marzo 2013

Elogio della pazzia

       Non so se sia capitato anche a voi, ma a me, a partire dai 14 anni o giù di lì, molti hanno rimproverato forme di squilibrio, di ossessione, di radicalismo, etc., etc. Non discuto e non intendo discuterne. Rispetto le opinioni di tutti e quelle su di me non sempre sono benevole.
       Vorrei però aggiungere una precisazione: ho formato il mio carattere con le letture, e l'ho forgiato con le medesime. Mi sono costruito - da autodidatta intellettuale quale sono - leggendo come un pazzo ogni sorta di libro. Volevo costruirmi in un determinato modo, magari capitalizzando su alcune mie inclinazioni naturali, e credo di esservi riuscito.
       Non sono equilibrato? Non volevo esserlo. Non sono ragionevole? Odio la ragionevolezza. Non sono prudente? Aborro la prudenza. Non sono mite e temperato? Non mi interessa esserlo. Ho un pessimo carattere? Non so, so di avere un carattere e una personalità debordante.
       Non piaccio? Dolente, ma non cambio. Non mi vendo in surrogati. Tutto questo mi costa l'isolamento e l'esclusione? Pazienza, mi farò compagnia da solo.
       Nutrito come sono di letture, ritengo che non ci sia persona degna di interesse, nel corso della storia umana, in quanto equilibrata. Gli "equilibrati", in genere, sono più che altro beati possidentes, o discendenti dei medesimi, che usano l'equilibrio per occultare l'accumulazione primitiva e i modi utilizzati per usarla (devo spiegarvi che cosa Marx ritiene vi sia alla base della medesima...?).
       Vivo in una perenne condizione di parossismo. Sono goloso di tutto, perché mi piace "vivere di più". Non so che farmene di weekend rilassanti, di "stacchi" dal lavoro. Io non "stacco" mai e, quando sento di qualcuno che lo fa (e pure che lo dice...) lo compatisco. Il tutto in silenzio. Non pronuncio giudizi di valore sul mio prossimo. Me ne guardo bene. Ne ho sentiti pronunciare talmente tanti su di me che non intendo confondermi con tale eletta (?) schiera. So di fare ribrezzo ai più, e me ne vanto.
       Cerco l' "oltre Uomo", per andare al di là di me stesso, non per rimanere "al di qua", come pare facciano in molti. So di risultare ingombrante, noioso, disturbante, etc. etc. Sono consapevole di "alzare vieppiù l'asticella" ed è esattamente quello che desidero fare. Non propongo vite tranquille. Voglio una vita "spericolata, esagerata". Una vita che valga la pena di essere vissuta e che non conosce rinunce. Non cerco consensi, cerco l'uomo che è in me.
      I costi infiniti - individuali, morali e materiali - che ho dovuto sostenere per questo li conosco solo io. Non mi hanno indotto a cambiare di un millimetro. E continuo a incontrare gente che mi vorrebbe cambiare, che mi vorrebbe diverso, più malleabile, più flessibile. Per il mio "bene", ovviamente. Chissà se prima o poi avrò la fortuna di incontrare qualcuno che vuole il mio "male". Penso che per me sarebbe un'occasione fantastica: nessun esercizio di virtù, solo un viaggio in comune verso gli inferi. Si accettano candidature...

                                                Piero Visani

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