venerdì 15 marzo 2013

Si salvi chi può

      Sembrano ormai evidenti i sintomi di una crisi finale di sistema: debito pubblico assolutamente fuori controllo, totale assenza di interventi politici, aziende che chiudono a ritmi sempre più serrati o che fuggono all'estero per mettersi al riparo dell'unica struttura di Stato rimasta ancora relativamente efficiente, il fisco. E' cominciata inoltre, dopo la fuga dei cervelli e quella dei giovani, la fuga dei nuclei familiari, per salvaguardare il futuro dei figli e dei patrimoni.
      Il sistema dell'assistenza garantita a tutti, il sistema che ti segue dalla culla alla tomba, che è così amorevole con te perché alla tomba ti ci vuole portare, ovviamente il più presto possibile, ha prodotto l'ennesimo dei suoi sfracelli. Quando, in epoche meno menzognere e inique di questa, gli storici riprenderanno in mano queste situazioni e le analizzeranno, non potranno fare altro che denunciare come le politiche di welfare abbiano distrutto quel poco del continente europeo che rimaneva nel 1945, alla fine di una lunga guerra civile continentale iniziata nell'agosto 1914 e durata fino all'8 maggio 1945, e che ha avuto come unico risultato quello di far uscire il Vecchio Continente dalla Storia.. L'atroce menzogna di voler garantire tutti, quando in realtà ci si preoccupava solo di garantire chi viveva speculando sulle garanzie, sta venendo progressivamente fuori e ancora di più verrà fuori quando uno Stato fortissimamente indebitato come il nostro non riuscirà più a pagare le pensioni ai cittadini e gli stipendi ai dipendenti pubblici. Non ne siamo lontani.
      Nel frattempo, il tessuto industriale italiano si frantuma e, per sopravvivere alla crisi, gli imprenditori e gli intelletti devono abbandonare il paese, per non trovarsi - i primi - ad essere depredati da un fisco vampiresco e - i secondi - a fare gli operatori in un call center.
      Ci avevano promesso tutto, ci ritroviamo con niente. Ci avevano detto che sarebbe stato un "sistema di solidarietà", e ci ritroviamo a pagare tasse persino sulla prima casa, a dimostrazione che il nostro Stato non ama i cittadini e i relativi diritti di cittadinanza, ma ci vuole tutti senza tetto. E non è minimamente solidale con i suoi sudditi, anzi.
     Siamo andati a fondo, siamo affogati, siamo morti che si ritengono vivi. Abbiamo inseguito menzogne e fole, e creduto ai vari pifferai di Hamelin che ci promettevano "le magnifiche sorti, e progressive". Non ci resta più niente, nemmeno la forza e la volontà di ribellarci. E' stato compiuto un autentico capolavoro. Ricordiamocene, quando sarà l'ora della resa dei conti. E' vicina.

                                     Piero Visani

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