lunedì 1 aprile 2013

De gustibus

        In vita mia, non penso di aver mai incontrato donne totalmente fascinose. Sarò di certo stato sfortunato, ma ne ho incontrate alcune parzialmente fascinose; totalmente mai.
       La responsabilità credo sia principalmente da attribuire a me: purtroppo, sono mentalmente dotato un po' più di un camionista e fisicamente un po' meno, temo, per quanto curi al massimo il mio fisico..., per cui sono un pessimo compagno. Non mi esprimo a grugniti, ergo esco dallo stereotipo del maschio. So argomentare, interpretare, spiegare. Devo risultare molto noioso...!
       Le mie conversazioni in genere rifuggono dalle banalità, perché ho letto sulle riviste femminili che l'uomo, per piacere alle donne, deve essere interessante e stimolante intellettualmente...
       Sono proprio scemo. Ma quando mai? I due estremi possibili entro i quali si colloca la seduzione maschile sono, da un lato (quello più gradito e celebrato) il "fascino del portafoglio" (non sono messo malissimo, al riguardo, ma evidentemente non basta...); dall'altro, l'imperituro "fascino del camionista", della "bestia con bicipiti". Non sono messo male, fisicamente; non ho la pancetta, ma anche lì non basta mai...
      Poi, sì - lo ammetto - sono narciso e guai a sfidare le donne su quel terreno. In genere non te lo perdonano... Ma dovrei rinunciare alla sfida...?
      In ultimo, cerco di essere dolce, disponibile, di studiare e analizzare a fondo la personalità delle mie compagne. Deve essere quello - quasi certamente - il terreno dove ho compiuto i miei maggiori disastri. Credetemi, eventuali lettori uomini, non siate mai dolci e comprensivi. Vi ritroverete a parlare o a scrivere con una potenziale "lei" per mesi o anni, non riuscirete mai a portarvela a letto e scoprirete che, nel mentre vi lodava come amico interiormente ricco e puramente intellettuale, si faceva reggimenti di "bestie" fisicamente ben dotate...
     Lo scrivo per esperienza di una vita, non per altro. A me è successo quasi sempre così. Sono stato sempre talmente fesso da pensare che l'immagine che le donne diffondono di sé fosse vera, e dire che avevo già avuto illuminanti lezioni in tal senso al liceo.
     Come sempre, sono comunque rimasto fedele a una mia "certaine idée de la femme", anche se era un'idea perdente e dolorosa. Ma a me piace correre dietro a fole, a ideali, a missioni impossibili. Sono convinto che, prima o poi, riuscirò a smentire i luoghi comuni o, se non ci riuscirò, potrò almeno dire di averci provato. E' per questo che, dopo ogni delusione più o meno grave che subisco, io riparto con lo stesso entusiasmo di prima. Gli psicologi mi dicono che sono illuso e masochista. Io invece dico che sono ottimista e idealista: cerco le donne per come dovrebbero essere, non per come sono. Vado incontro a guai e delusioni infinite, ma la ricerca di un archetipo è un po' come la "ricerca del Graal": perché desistere? Tra le mille sciacquette, magari un giorno emergerà una Donna vera. Spes ultima dea.
       E poi siamo davvero sicuri che io non compia questo viaggio anche per misoginia? A 17-18 anni, quando cominciai questo mio itinerario esistenziale, avevo un'ottima idea delle donne. Devo confessare davvero che cosa ne penso ora? L'avrò fatto apposta, per cambiare opinione in itinere...?

                  Piero Visani

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