sabato 6 aprile 2013

Sine ira et studio

       Non so se arriverò mai a sentirmi - come Tacito - così distaccato dai fatti cui ho assistito o di cui sono stato protagonista. Però posso dire di aver cominciato a fare qualche passo su quella strada. Il tempo passa, gli eventi sfumano e vengo addirittura guidato a interpretarli. Cosa potrei volere di più? A parte volere che fossero andati diversamente, nulla.
        Una fase della mia vita palesemente si sta chiudendo. Nei fatti, si è chiusa ormai da parecchi mesi. Nel mio animo, comincia a chiudersi solo adesso. Noto che sta aumentando il mio distacco e che, anche se avrei un'infinità di cose da dire, ho capito che è del tutto inutile dirle. Dunque taccio.
        Grazie a una guida preziosa, ho capito finalmente che cosa è avvenuto e come, e ne sto prendendo gradualmente le distanze. Avevo bisogno di capire, di spiegare, di motivare. Ci sto riuscendo, grazie a un aiuto prezioso, e pian piano mi riprendo.
        Ho traversato un' autentica "tempesta del dubbio", essendo stato protagonista di una vicenda dolorosa, di cui non riuscivo assolutamente a comprendere le cause. E quel non comprenderle mi lacerava, mi triturava, mi devastava. Come un ricercatore di fronte a un mistero che non riesce a spiegare.
       Sono stato aiutato a capire e l'interpretazione che mi è stata suggerita mi ha convinto e, nel convincermi, mi ha placato. Prima mi sentivo una vittima di molti raggiri e di molti torti, e non riuscivo a spiegarne le motivazioni. Ora mi sento ugualmente vittima, ma ne conosco le ragioni e dunque, come un defunto per morte violenta, posso finalmente lasciare i luoghi in cui l'omicidio è stato perpetrato e posso inabissarmi nel "regno dei morti" (o in quello dei vivi, se preferite). Prendere atto della mia nuova realtà e guardare a quella, solo a quella.
       E' singolare come l'esistenza dei vivi e quella delle "anime morte" possano intersecarsi. Ma avevo bisogno di capire, di sapere. Sono stato condotto per mano a valicare una "sottile linea rossa", quella che altri non hanno saputo o voluto valicare. E so perché l'ho fatto, perché l'ho voluto fare. Non sono felice, ma so perché l'ho dovuto fare. Quando certe strade non si percorrono in due, si fanno da soli. Sono lieto di esservi approdato ugualmente, magari grazie a una helping hand. Se guardarsi in faccia, se scrutarsi nel profondo, senza avere timore di svelare tutto di sé, è un percorso riservato a poche anime elette, io ho varcato la soglia, eccomi qui... La mia ambizione di maieuta sarebbe stata quella di essere in due, ma non intendo più giudicare le altrui decisioni. Andrò avanti da solo, e non è detto che sarò sempre da solo. Il dono di sé, la gratuità, pagano, sempre.

                   Piero Visani

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