mercoledì 8 maggio 2013

La grande fuga

       Una delle maggiori acquisizioni che scaturisce da un'analisi della psiche è che ci viene insegnato non solo a tenere conto delle ragioni degli altri, ma a sondarle, approfondirle, motivarle. Certi rapporti devono essere vivisezionati, per poter essere compresi.
       Ho provato ad applicare questa griglia interpretativa a me stesso e ne è emerso che forse non è del tutto corretto pensare che io venga talvolta buttato via, da chi si relaziona con me. E se qualche volta qualcuno, più che buttare via me, decidesse di fuggire per ragioni sue, per prendere le distanze, per allontanarsi, quali che possano essere i motivi profondi di tale decisione?
       Se così fosse, non sarei tanto io a essere buttato via, quanto piuttosto ad essere evitato, sfuggito, per ragioni che sarebbe troppo lungo indagare in questa sede.
       Ho riflettuto a lungo su questi approfondimenti, nella mia andata e ritorno odierna da Milano. E in effetti un flusso formidabile di parole, dapprima in due direzioni, poi sempre meno bilaterale, poi solo unilaterale, seguito infine dal silenzio e dalla scomparsa, può essere anche frutto di una decisione di fuga, oltre che di ripulsa.
       Sono ipotesi. La verità non la saprò mai. E naturalmente da mesi sto organizzando il mio "dopo", anche se mi dispiace sinceramente di aver perduto un "prima" cui tenevo davvero molto.
       Quel che è certo è che il mio "dopo" sarà assai diverso dal mio "prima". Ho imparato molte cose, ho fatto parecchie esperienze e sto trovando nuovi spazi di approfondimento. Mi sento un po' svuotato, perché ho speso moltissimo di me, ma la mia fiducia in me stesso è probabilmente cresciuta.
       In genere, si esce da certe esperienze traumatiche alquanto segnati. E io non nego certo di esserlo. Tuttavia, la mia fiducia nelle mie qualità non è minimamente scalfita. Posso aver indotto tanto alla ripulsa quanto alla fuga, ma, quali che ne siano le motivazioni, il risultato ovviamente non cambia. Ad onta di ciò, la mia volontà ludica, il mio desiderio di scoperta, la ricerca di esperienze umane divertenti ed empatiche non appaiono minimamente scalfite. Si tratta solo di trovare le persone giuste, quelle disposte a sviluppare un'intesa.
       Mentre percorro le tortuose strade della collina torinese, in direzione di casa, l'unica sensazione di spleen è legata alle tonnellate di vita buttate via, per non si sa quali nominalismi. A questo riguardo, mi conforta il fatto che, personalmente, non ho mai rotto del tutto con le persone che mi hanno interessato realmente in vita. Tra i milioni di errori che ho fatto, quello non c'è, per cui posso soddisfare, ogni tanto, il gusto delle "rimpatriate" con qualche persona cui ho voluto bene. In misura maggiore o minore; a livello sentimental/sessuale o semplicemente amica; a livello di rapporti di lavoro. Ciascuna di queste persone, per degli anni o per una sera, ha contato per me qualcosa, ha condiviso con me qualcosa, ha semplicemente respirato la stessa aria, provato le medesime emozioni che provavo io. Sono lieto di non essere mai "morto" del tutto ad esse; sono lieto di poterne reincontrare ogni tanto qualcuna. Mi danno il senso che ho vissuto.
 
                                Piero Visani

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