martedì 14 maggio 2013

Space Oddity

     La decisione dell'astronauta canadese Chris Hadfield, comandante della stazione spaziale internazionale ISS, di eseguire una cover del mitico pezzo di David Bowie Space Oddity (1969) direttamente dallo spazio è, a mio giudizio, uno splendido esempio di pop art. Viene scelta una canzone adatta, di tema spaziale, ne si modifica il testo per affrancarla dalla tristezza e dall'esito infausto che pervadeva l'originale, e la si mixa con l'originale prestazione canora di un uomo indubbiamente intelligente, come emerge dal suo sguardo acuto e penetrante, capace di ironia e di autoironia. Il tutto nel contesto di un veicolo spaziale vero, in mezzo a immagini e sensazioni meravigliose. Riproduco qui di seguito la cover:
 
 
 
      Il risultato è visivamente e musicalmente fantastico, e crea uno sbalorditivo effetto comunitario, in quanto indica alla comunità umana che lassù, nello spazio, c'è un uomo come noi, che porta valori da noi condivisi, musiche che conosciamo e che sa ricordarci tutto questo non tramite una retorica da tromboni, ma mediante una semplice, straordinaria canzone. Arte popolare pura, al suo massimo livello espressivo.
      Qui aggiungo la canzone originale, nella versione video originale del grande Bowie, artista poliedrico e longevo, autore di brani memorabili. Versione da cui si deduce che certamente, nel canto, Bowie è superiore ad Hadfeld (che peraltro non canta niente male, per non essere un professionista), e si deduce altresì come, dal 1969 (anno della registrazione del video di cui sotto) ad oggi, la tecnologia sia evoluta in maniera straordinaria, basti pensare alla risoluzione delle immagini.
 
 
 
 
     Mi è piaciuta molto l'idea del comandante Hadfield. Io, al suo posto, avrei fatto lo stesso. Tutto oggi si diffonde e si promana tramite narrazione ed empatia, e la musica favorisce la convergenza su valori condivisi. A me - lo ammetto - piace la musica "bassa", con in testa pop e rock, ma non per questo mi sento sminuito, perché in verità amo tutta la musica. Space Oddity, poi, ha un testo di disperante solitudine, nella versione originale, e quello me la fa piacere ancora di più.
 
                                    Piero Visani

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