mercoledì 12 giugno 2013

Il concetto di libertà

       Mi dispiace di essere oggetto, di tanto in tanto, di feroci reprimende o di ire funeste, ma cerco solo di difendere la mia libertà. Mi relaziono con le persone, porto avanti le mie idee, le mie politiche e le mie strategie, e, se non vanno bene, sono sempre pronto a uscire di scena. L'ho fatto più volte. In parecchie occasioni, avendo capito il clima che stava montando nei miei confronti, ho addirittura accelerato la mia uscita di scena.
       Ho sempre agito tenendo fede al principio per cui fosse prioritario tutelare le esigenze altrui, anche quando erano in aperto contrasto con le mie.
        Di recente, proprio perché davo palesemente fastidio a livello personale, ho preferito chiudere un'esperienza di lavoro, di modo che non si tirasse per le lunghe una situazione ormai insostenibile.
        Mi dolgo che risulti sempre di tutto colpa mia, ma in realtà mi sono semplicemente limitato a prendere atto degli sviluppi negativi della situazione, e a trarne le relative conseguenze.
        Non credo ci sia nulla di male a tenere conto del fatto che, se un rapporto di collaborazione non funziona, perché non ci si riesce a comprendere, ciascuno riacquisisca la propria libertà. Per me, la libertà equivale a poter rimanere me stesso, a poter essere come sono. E credo che valga anche nel rapporto con gli altri.
         Non ho chiesto a nessuno di cambiare. A mia volta, non sono cambiato, anche se me lo chiedevano. Ho difeso la mia identità. Non avrei mai potuto fare parte di un gruppo in cui non potessi più essere me stesso. Ho preferito chiudere senza traumi. Mi sento perfettamente in pace con la mia coscienza, visto che ho tutelato la libertà altrui e quella mia, nel senso che ciascuno è stato lasciato libero di andare per la propria strada.
 
                                   Piero Visani

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