giovedì 13 giugno 2013

Naughty boy

       Una simpatica signora straniera, con cui collaboro da vari anni, mi dice ridacchiando: "Piero, you're always a naughty boy!". Le sorrido complice, ma la sua battuta mi fa ridere. Ridere e rattristare al tempo stesso. Ridere perché queste parole esatte mi vennero dette, per la prima volta, nell'agosto 1972, a Twickenham (Londra), da Mia, una ragazza svedese che stava nel mio stesso college a studiare l'inglese e con la quale ebbi un tormentato [già allora...!] love affair.
        Sono passati 41 anni e, da allora, me lo sono sentito dire un discreto numero di volte. Non so se mi dovrei preoccupare, ma credo di no. Sono sempre rimasto un naughty boy, ora diventato un naughty old boy, e mi fa molto piacere che me lo si dica ancora. Nella migliore delle ipotesi, non ho ancora messo "la testa a partito", deo gratias; nella peggiore, non sono ancora maturato...
          Ma essere un "cattivo ragazzo" mi è sempre piaciuto. Ci sono molto affezionato. Nella mia ingenuità, io pensavo che mi avrebbe molto giovato, nella vita, esserlo. E invece mi ha creato un'infinità di problemi, anche se almeno in parte per colpa mia, perché ho conosciuto tante, troppe borghesucce, di quelle un po' civette fuori e suore, suorissime dentro. E ho pure dato loro corda, coglione che sono!!
            Tuttavia, la mia sostanziale lustigkeit mi ha aiutato molto e quindi continuo a vivere e a comportarmi da naughty boy, assolutamente sprezzante del ridicolo. Un po' futurista, un po' cialtrone, un po' serio. Perbene per nulla, asessuato mai, insultato sempre. E' il bello del "vivere pericolosamente". Meglio che essere morti viventi, non credete?
 
                                      Piero Visani

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