domenica 9 giugno 2013

Raid

      Io e la "bestia bionda" siamo usciti, ieri sera. Con una scusa ci siamo presi la serata libera e abbiamo deciso che avrebbe dovuto essere una "notte speciale". Veniamo da mesi di astinenza, interrotti solo da incontri saltuari e relativamente noiosi. Questa sera siamo in caccia, alla ricerca di una one night stand, decisi a non perdere altro tempo.
       Non vogliamo parlare. Non vogliamo fare riflessioni sui massimi sistemi. Non vogliamo menate, infingimenti, tenute a distanza. Non vogliamo essere amici di alcuna. Vogliamo cercare e trovare qualcuna che - come noi - cerchi sesso, pura biologia. Che non ci chieda di "restare amici". Non vogliamo restare amici. Vogliamo scopare, possibilmente as soon as possible.
       Siamo morti di noia, dopo lunghi periodi di astinenza, ma siamo scatenati e all'offensiva come non mai. Vorremmo evitare situazioni da scuola elementare, genere "non ho l'età" oppure "lo faccio solo ad ogni passaggio della cometa di Halley". Allegria!!
        Abbiamo fretta. Abbiamo buttato via anni correndo dietro a niente, all'assoluto nulla, a forme di amicizia fatte di dialogo tra muti (singolare, no?) o di monologhi in cui parlavamo solo noi, perché la controparte restava rigorosamente silente. Siamo stanchi di comportarci alla Tafazzi...
        L'occasione che ci si offre è una festa privata. Un conoscente festeggia il suo terzo o quarto matrimonio. La futura sposa è una quarantacinquenne, dunque si suppone che la festa sia piena di coetanee e la speranza è che qualcuna infoiata ci sia (astenersi perditempo, lesbiche non bisex, aspiranti sante, frigide, afflitte da disturbi sessuali, psicologici, comportamentali, etc.).
         Noi, per parte nostra, lo siamo parecchio. Veniamo da anni di "fioretti" e non è che gli esercizi spirituali, in sé e per sé, ci dispiacciano. Vorremmo solo essere certi che servano a qualcosa: a sviluppare un dialogo, a volersi bene, ad alimentare e fortificare un idem sentire. A noi è parso invece che servissero solo a sviluppare lunghi silenzi, poi alienazione e infine rifiuto, non si sa neppure da cosa motivato. Il nostro cuore è dunque pieno di delusione, di rabbia, di rancore per così tanto tempo buttato malamente via.
        Con premesse del genere, è chiaro che stasera ci interessa solo una "cara amica di una sera", di cui poter ringraziare "la pelle sconosciuta e sincera".
         Per nostra fortuna, non è difficile trovarla. Ci guida uno degli istinti più primordiali che esistano: la fame, la fame di femmina.
         La festa è incasinata, rumorosa, ma ci comportiamo da autentiche "bestie bionde": assertive, aggressive, superomistiche. Non dobbiamo dare un'immagine perbenista di noi, dobbiamo presentarci solo per quel che siamo: autentiche, fantastiche "bestie bionde".
          La ricerca è facile. Siamo arrivati a ora tarda e l'alcol, che è scorso a fiumi, ha già allentato parecchi freni inibitori (ma odio questo tipo di linguaggio cristiano; io direi: ha riportato alla luce vocazioni autentiche, solo sopite, represse). "L'aggancio" è facile, anzi non è nemmeno definibile come tale. Entrambi sappiamo benissimo cosa vogliamo. Nel giro di poche ore, soddisfiamo voglie rimaste inutilmente represse e inespresse per anni.
           E' così difficile? E' tutto chiaro. Se avessimo voglia di parlare, parleremmo. Ma abbiamo voglia di fare. Parleremo poi. Il nostro sabba si completa nel migliore dei modi. E non ci è venuta voglia di parlare. Un po' di tenerezza ci ha investito, questo sì, perché certi livelli di intimità, che taluni sciocchi definiscono "bestiali", incitano invece alla complicità, all'abbandono reciproco, talvolta persino alla confidenza.
           La serata si conclude molto tardi, anche grazie al concorso di circostanze familiari favorevoli. Chiacchieriamo un po', incerti se rivederci o meno, ma appagati, vicini, rilassati, privi di qualsiasi forma di ostilità, reale o potenziale. Ciascuno di noi ha avuto dall'altro quello che cercava. Non dovremo fondare società, mentirci a vicenda, farci del male, insultarci, rimproverarci per quello che è stato o non è stato. E' tutto stato! Siamo riusciti a esserci reciprocamente utili, puntando su un atto che i più definirebbero - oltre che "peccaminoso" - di suprema inutilità.
          Non so se ci rivedremo. Non ne parliamo nemmeno. Ma so che ci ricorderemo più e meglio di persone che hanno passato anni di vita insieme, riuscendo persino a detestarsi per sommatoria di inibizioni inespresse.
          Voglio un bene infinito alla mia "bestia bionda". Mi ha salvato. Giuro che d'ora in poi darò retta solo a lei: ho davanti a me - nitida - la differenza che passa tra un'amicizia fra inibiti, e i suoi esiti rovinosi, e una sana scopata senza inibizioni. Scelgo la seconda. Oltre tutto, mi ha fatto stare bene.
 
                           Piero Visani
 

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