mercoledì 12 giugno 2013

Scary Monsters

       La fortuna (per noi, non per gli altri, ovviamente...) di noi mostri è che abbiamo sette vite. Ci sputano addosso, ci massacrano, ci lapidano, ci espongono al ludibrio universale e noi, come in certi videogiochi, ci rialziamo sempre, sempre un po' più arrabbiati, sempre più mostruosi, sempre più pronti a commettere disastri.
         E' terribile, ma è così. Il Male assoluto, di cui noi siamo i "naturali"(?) interpreti, non muore mai, non va mai in vacanza, è sempre pronto e attento a rovinare vite, a minare certezze, a far tremare verginelle, a perturbare illibate, a seminare irragionevolezza, a minare consolidate serenità. In una parola, a complicare esistenze altrimenti lineari. A introdurre in loro il seme del dubbio.
         E non serve prendere le distanze, buttarci via, non rivolgerci più la parola, seppellirci sotto disgusto e disprezzo. Siamo sempre lì. Scary Monsters. Un caso classico di "eterno ritorno".
         Tutti pensano che siamo "cattivi", ma non è così. La nostra è solo una condanna, una condanna come tante altre. Una condanna che ci viene dal nostro amore per la verità, dalla nostra scarsa inclinazione all'eufemismo, dalla nostra sincerità perfino un poco autolesionistica, dalla nostra riluttanza a prestarci a titolo gratuito (ma anche oneroso...) a giochini e giochetti.
          E poi, in fondo, c'è un motivo che ci riempie di orgoglio dal profondo: se guardiamo al mondo e agli "umani", e se sappiamo che facciamo loro profondamente schifo, possiamo dire che, per questa povera Terra, ancora c'è una speranza: noi! La "banalità del Bene" (ovviamente quella che si autodefinisce generosamente tale) non ci avrà, mai. E noi rimarremo "abominevoli bastardi", ma - se la memoria non mi inganna - non del tutto privi di capacità dissimulatorie, visto che siamo anche capaci di piacere, e molto...
 
                                Piero Visani

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