giovedì 1 agosto 2013

Midsummer Night's Dream

      In queste lunghe sere d'estate, in cui il sonno tarda ad arrivare (se mai arriva...) e il lavoro urge, la mente si riempie di sensazioni diverse, che vanno dai ricordi, alle riflessioni, ai proponimenti, a tutto quanto attraversa la testa.
      La sensazione più sgradevole, più difficile da accettare, man mano che il tempo passa, è quella delle occasioni perdute, delle esistenze sprecate, delle opportunità buttate via per futili motivi.
      Se ho qualcosa da rimproverare alla vita, nel declinare della mia, è che essa sia una lunga catena di incomprensioni e inganni, dominata da considerazioni di carattere socioculturale che ci impediscono di goderne appieno i frutti. Di fatto, potremmo essere "cavalieri" che sanno gustare, al tempo stesso, la carne, la morte, il diavolo, ma in realtà restiamo immersi nelle repressioni, nelle inibizioni, nelle mille considerazioni di carattere sociale che ci fanno da freno, che ci impediscono di vivere di più, di andare oltre.
      Il fatto è che, trascinando i giorni nelle rinunce - auto od etero-imposte che siano - ci ritroviamo vecchi senza aver goduto che una minima parte di ciò che la vita ci avrebbe potuto offrire. Dovremmo ritrovarci più liberi, e ci ritroviamo invece repressi più che mai e l'incedere del tempo rende più urgente il senso di aver perso molto, se non tutto, e pressante il desiderio di colmare i vuoti esistenziali che ciascuno di noi porta con sé.
       Beato chi non ne ha! Ho sempre amato - e molto! - il carpe diem, ma mi accorgo di averlo amato soprattutto da solo, in un mondo di "ragionieri del corpo e dell'anima" che, in definitiva, mi ha privato di molti piaceri possibili. Piaceri ricercati non per mero edonismo, ma per gusto di esplorare tutte le potenzialità esistenziali, al di là e al di sopra di ogni possibile limite. Nel tentativo di "cavalcare la tigre" e domarla; o di esserne scavalcati e travolti, avendo però vissuto mille vite, mille esperienze e diecimila di quelli che i moralisti chiamano "peccati". Volerne ancora commettere - e molti! - è ciò che mi tiene in vita: la ricerca del piacere.
 
                            Piero Visani

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