martedì 9 luglio 2013

Riflessione sulla figura della musa

       Non è anomalo, per me, ritagliarmi un po' di tempo per dedicarmi alla riflessione. E' mia abitudine, infatti, sottoporre periodicamente ad attenta analisi tutto ciò che faccio. Valutare perché ho agito in un modo piuttosto che in un altro, perché ho operato determinate scelte piuttosto che altre, se si è trattato di scelte che reputo giuste o sbagliate.
       Come tutti - credo - sono immerso nel dramma del declino terminale della Vecchia Europa . So bene che cosa ci ha ucciso, e perché, ma non mi limito soltanto a riflettere sui drammi collettivi. Rifletto anche su quelli personali.
       Sono reduce da un periodo di vita orrendo, che mi ha segnato profondamente, in negativo, e sto cercando di trovare delle risposte, delle reazioni, degli atti di "rigenerazione". L'idea di scrivere un libro sull'esperienza che ho fatto mi è molto d'aiuto, ma è un'esperienza di chiusura, non di apertura. E' un atto di salvaguardia, di tutela della memoria, di autoconservazione. E' persino un atto creativo, perché ci metterò tutto me stesso.
       Ma ho perso un'interlocutrice, una musa, e fatico a trovarne un'altra. Se penso a come è stata la mia vita, ormai lunga, devo riconoscere che il ruolo della musa è centrale, nella mia poetica personale. Ho sempre avuto una donna di riferimento. Talvolta più di una donna di riferimento.
      La musa è colei che stimola la mia creatività, ma al tempo stesso può stimolare altresì la mia sessualità, il mio desiderio, le mie voglie. La musa - quando è una donna perfetta per il suo ruolo - è sintesi equilibrata di anima e corpo, e può dare calore e affetto in mille modi. Con il suo corpo, certo, ma anche solo con un sorriso, un complimento, una frase, un frammento di una mail, una pausa durante una telefonata.
       Ho molto amato le poche, selezionatissime e sceltissime muse della mia vita. Autentiche superdonne, archetipi femminili incarnati, talvolta fisicamente molto belle, prossime alla perfezione estetica; talaltra meno vicini al sublime ma carnali, sensuali, telluriche. Femmine capaci di dominare con un semplice sguardo, ma anche di essere dominate da un terribile intellettualismo estetizzante, il mio. Femmine con le quali trovare un fantastico squilibrio interiore (non cerco mai equilibri, solo squilibri...).
       In questo momento sono privo di una musa, ma non dispero di riuscire a trovarla a breve. Penso che già domattina, o magari addirittura stanotte, preparerò una lettera in cui traccerò un ritratto di quella che per me può essere la musa ideale. E domani la pubblicherò.
 
                            Piero Visani
 
                               
 
 

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