lunedì 5 agosto 2013

Grande, grande...

     Ho una cara (per quanto mi riguarda, carissima) amica la quale, per ragioni imperscrutabili, ritiene che, quando io la colmo (colmavo) di lodi, lo facessi per piaggeria, captatio benevolentiae, interessi personali più o meno confessabili, etc. etc.
     Niente di più falso. Chiunque mi conosca appena un po' sa che sono di carattere ruvido e che sono molto più bravo a farmi nemici che amici. Diciamo che a farmi nemici eccello...
     Dunque che dire? Io l'ho sempre lodata per ragioni vere. Vedevo che scriveva bene, con un vocabolario molto ricco e una capacità di osservazione straordinaria, quasi fotografica. Una sensibilità notevole, squisitamente femminile, ma al tempo stesso ricca di colorazioni profonde, scaturenti da un animo non comune, dotato di forte percettività.
       Talvolta posso averle rimproverato di nascondere tutto questo dietro una maschera, una maschera sociale e borghese, mentre io ho sempre cercato di fare il maieuta nei di lei confronti, di far scaturire tutta la ricchezza presente nella sua intima essenza.
       Ho cercato di conoscere, di lei, quei lati che interessavano realmente a me, e credo di essermi dimostrato capace di calarmi abbastanza in profondità nel suo animo. Il tutto non certo per banali interessi maschili. Non sono un santo, sono un dichiarato dionisiaco, ma sono un dionisiaco dialettico e cerco l'uomo (la donna) là dove mi può offrire il meglio di sé. La nostra evidente affinità elettiva a me appare talmente forte da risultare incontrovertibile.
        Non pare che il mio pensiero sia in toto condiviso, ma io non ho più molte soluzioni cui fare ricorso. Mi sono fatto piccolo e grande al tempo stesso. Ho dato prova di umiltà, di dilatato senso del tempo, di grande disponibilità dialettica. Ovviamente al tempo stesso resto una personalità ad alto profilo, e come potrebbe essere diversamente?
        Ma non è di me che intendo parlare. Vorrei solo dire che, da bravo maieuta quale sono, quando vedo un talento cerco di aiutarlo a venire alla luce. Davvero, nel farlo, sono così nutrito di arrière-pensées? E, se anche lo fossi, davvero non so fin dove arrivare e dove fermarmi? Tutto il tempo e tutte le attenzioni che le ho dedicato derivano davvero solo da "amor profano" e non da "amor sacro", da personale stupore per una grande intelligenza e sensibilità? Nessuno ci crederebbe. Mi auguro che non resti solo questa mia amica a crederlo. Siamo due "diversi", perché negarci a vicenda? E' puro autolesionismo.
 
                   Piero Visani
  

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