domenica 4 agosto 2013

Il grande, il non convenzionale e il non noto

       Una cara amica, donna di rara intelligenza e sensibilità, mi scrive, dopo avermi confessato di "sentirsi grande", queste stupende parole: "ma devo sentirmi piccola per sapermi grande: [per] confrontarmi con il non convenzionale e [il] non noto".
        Conoscendola, apprezzo la sincerità e al tempo stesso la veridicità di queste sue affermazioni. Per essere grande, è grande, anzi grandissima. E cosippure è capace di confrontarsi con il non convenzionale e il non noto. Direi che sono le sue peculiarità migliori, quelle che la rendono eccellentissima, non solo ai miei occhi, ma a quelli di chi la conosce.
       Nutro un solo dubbio, di natura empirico-esperienziale: anch'io l'ho invitata a tale confronto, a confrontarsi con me, che sono quanto di più non convenzionale e non noto possa esistere. Non ho avuto la stessa fortuna che il resto del mondo, ma forse è stato tutto frutto di un nostro diverso senso del tempo. Ora ho provveduto a dilatare ampiamente il mio, di senso del tempo, e sono qua, senza aspettative di alcun genere, se non quella, per l'appunto, di riuscire finalmente a pervenire, con lei, a un confronto tra DUE non convenzionali e non noti. Che è cosa splendida e intrigante, a ben guardare.
       Ce la faremo? Non lo so, non dipende da me. Io sono sempre stato non convenzionale e non noto. Lo sarò ancora di più. Un anno di tempo mi ha profondamente cambiato. Per usare una metafora marinara, prima ero una brown water Navy, sia pure intrisa di ambizioni e qualche velleità. Ora, invece, sono una blue water Navy, sicura di sé e della propria forza. Si dice talvolta che "ognuno è quel che è". E se io fossi un mutante? Inoltre, non sono mai stato un "diverso", ma sempre un "alieno". E questo forse fa sempre un po' paura. Ma io sono certo, certissimo, che chi è già "diverso" e non ha paura di esserlo, anzi ama "confrontarsi con il non convenzionale e il non noto", sia in grado di compiere almeno un'escursione in partibus infidelium, tra gli "alieni". Non foss'altro che per curiosità, per constatare che, quando i "diversi" lo risultano troppo, a questo mondo vengono bollati come "alieni". Ma tali non sono, sono semplicemente impegnati a "gettare semi nel vento, nella speranza/certezza di far fiorire il cielo". E il loro cuore è come quel cielo, perennemente in fiore. Basta aver voglia di indagare un po', di portare la propria "diversità" fino in fondo.
       In ogni caso, io amo le sfide e i confronti con il "non convenzionale e il non noto". Sono pronto.

                            Piero Visani

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