giovedì 14 novembre 2013

Storia di (quasi) un anno

        Superati anche gli 11 mesi e i 26.000 passaggi, il mio blog si avvia verso il primo anno di vita, che compirà il 12 dicembre. Un anno molto particolare, pieno di cose negative e di altre molto positive. Lo celebrerò adeguatamente - come ho già annunciato in passato - e ne trarrò un e-book, visto che a oggi siamo a 880 post e, sui temi da valorizzare, non c'è che l'imbarazzo della scelta.
       Sono grato a tutti coloro che, nel bene come nel male, mi hanno aiutato, con i loro comportamenti a redigerlo. Ho toccato punte di negatività e di positività che hanno stimolato a fondo il mio estro creativo ed ho ripreso a scrivere con rinnovata e marcata lena, come non facevo da qualche anno. E scrivo sempre di più, perché sento di aver molte cose da dire.
       Gli eventi che hanno colpito il mio animo, in un modo o nell'altro, sono diventati il filo conduttore di una mia personale "comédie humaine" che ho proposto ai lettori, ricevendone positivi consensi, cresciuti molto dopo che mi sono affacciato, con il blog stesso, su Facebook.
       Oggi scrivo utilizzando entrambi questi strumenti e sono lieto di essermi raccontato. Per chi scrive, del resto, il privato è pubblico e il pubblico è privato. Mi sono attenuto a questa regola, cercando di fare del blog una enunciazione progressiva di stati d'animo, di gusti e disgusti, di presentazione (ma non esibizione) di sé. Senza mai prendermi troppo sul serio, neppure per un momento. E, anche se uno dei motti che amo di più è Viva la muerte!, di fatto ho cantato la vita, la vita vera, quella che ho sempre cercato, al di là del Bene e del Male. Il fatto straordinario, che ancora oggi mi sorprende, è che ho trovato, sui social network, molta più gente che abbia compreso me e le mie idee di quante non ne abbia trovata nel contatto diretto, personale. Ho così sviluppato una forma di comunicazione che non mi era propria, ma di cui ora comprendo pienamente le valenze. E nessuno, scrivendo a molti piuttosto che a una sola persona, mi ha più dato del noioso o dell'invadente. Si è limitato, nel caso nutrisse tali sensazioni, a non leggermi. Non mi ha chiesto niente e non mi ha letto più. Equazione semplice, ma non sempre lucidamente condivisa, specie nelle premesse, più che negli sviluppi, sul versante dei rapporti di comunicazione diretti...
 
                                     Piero Visani

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