martedì 10 dicembre 2013

Sangue, sudore e lacrime

Dunque ormai è chiaro: il progresso produce disperazione, la democrazia produce populismi, il liberalcapitalismo produce disperati e il fiscalismo cuoce questa "sana" miscela a fuoco non propriamente lento.
E' bello - per chi lo ha sempre odiato dal profondo del cuore - vedere il fallimento più totale del sistema politico ed economico oggetto da sempre dei suoi strali. Ed è ancora più bello vederlo fallire senza guerre, ma compiendo ugualmente disastri, inducendo persone al suicidio, rendendo la vita di coloro che non sono "beati possidentes" non "un sogno lungo un giorno" ma un incubo che non accenna a cessare.
Giorno dopo giorno, migliaia di persone sprofondano nella povertà, senza uno straccio di prospettiva per sé o per i loro figli. Non ci sono più "domani che cantano", ma solo un presente che è orribilmente stonato e un futuro cui è meglio non pensare, perché potrebbe anche vederci vivere sotto i ponti...
Su questo sfondo, le nuove "Marie Antoniette" ci satollano con le loro promesse su svolte "dietro l'angolo", su riprese annunciate a dicembre di tutti gli anni e negate nel successivo mese di gennaio.
Una società morta e una classe politica ancora più morta della società cercano di sopravvivere a se stesse, non riuscendo neppure a immaginare la catastrofe che verrà. In effetti, per affrontare le catastrofi ci vuole una "cultura del tragico" che ci è stata sottratta da tempo, derisa, negata, ascritta a coloro che non sapevano nutrire ottimismo e ci sommergevano di "pensiero negativo".
Così, siamo più inermi che mai, in quanto la tragedia che stiamo vivendo, questa devastante "finis Europae", meriterebbe di essere affrontata virilmente, con senso del tragico, per l'appunto, "disertando in avanti" - per parafrasare Marinetti - mettendo cioè da parte tutto l'armamentario del "buonismo" che nulla risolve per entrare nella tragedia sapendo che tutto questo ci costerà sangue, sudore e lacrime, e sapendo che, entrandovi armati di tale consapevolezza, potremo forse uscirne vincitori. Nessuna garanzia, ma un fantastico salto nel vuoto, da coraggiosi. E' così difficile dirlo?
                                 Piero Visani
  

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