mercoledì 15 gennaio 2014

Parole amare

       Leggo parole sgradevoli, non voglio dire dove, sul fatto che talune persone, ideologie, movimenti, sarebbero più "spendibili" politicamente se rinunciassero ad alcune forme loro peculiari, come l'esaltazione della funzione e dell'animus "guerrieri" Mi chiedo che senso avrebbe "spendere" e magari riuscire a "far fruttare" una moneta svalutata...
       Io non credo che il futuro dipenda dal successo, ma dalla capacità di essere se stessi e di avere un progetto culturale e politico serio e valido, che guardi al futuro e alla ricostruzione dell'Europa, Europa come nazione e potenza.
      Davvero è possibile pensare che riusciremo ad avere un futuro come europei senza un "animus" e una funzione guerrieri? Come faremo a ricostruirci come potenza? Con il "politicamente corretto"?
       Il problema - una volta di più - consiste nel capire che cosa vorremo essere: un enorme pensionato, un luogo dei ricordi di uno splendido passato, un "cimitero degli elefanti", o un'area geografica che vuole ancora lottare e immergersi nel mondo per far sentire la sua voce? La fine della propria storia, come Vecchio Continente, non è "la fine della Storia". Il rifiuto del senso del tragico non ci metterà al riparo dalle tragedie. il fatto di non volere più eserciti nostri, non significa che non avremo quelli (di occupazione) altrui...
       Ah, le "anime belle", quali autentiche portatrici di disastri sono sempre state, loro che promettevano (e promettono...) i "domani che cantano"!

                                    Piero Visani

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