giovedì 20 marzo 2014

Lettera aperta agli aspiranti suicidi

       E' incredibile come, in un Paese dove si trova sempre una scusa o una giustificazione per le nequizie di chiunque, l'assoluta indifferenza con cui si accolgono le notizie, ormai pluriquotidiane, relative ai sempre più numerosi suicidi per disperazione economica o fiscale.
       Da una parte LE PAROLE: Matteo Renzi, il governo, il futuribile, quello che si farà e naturalmente si deve ancora fare. Dall'altra I FATTI, il continuo sommarsi di tragedie quotidiane, di gente indotta dalla disperazione e dalla mancanza di un futuro a gesti estremi, senza ritorno.
       Ma non c'è sdegno: ce n'è molto di più se uno solidarizza con la politica estera o con le scelte di costume di Putin, per fare solo un esempio. Per i morti di casa nostra, silenzio. Le riserve di solidarietà sono già state spese per qualsiasi altra categoria. Per i disperati da economicidio, "pietà l'è morta".
       Potenziali suicidi - vi prego - non aggiungete alle beffe il danno, non regalate le vostre vite a chi ve le ha già tolte! ANDATE A RIPRENDERVELE! Potrete finire male, ma non peggio di come siete finiti, E NON DA SOLI. E magari, grazie al vostro esempio, prenderemo tutti coraggio, smetteremo di tacere e subire, ci ricorderemo che non siamo sudditi o schiavi ma cittadini, con fondamentali diritti di cittadinanza che continueranno ad essere calpestati, se non cesseremo di lasciare ai nostri assassini il diritto di ucciderci (o di spingere a suicidarci) impunemente!

                                Piero Visani                          

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