giovedì 29 maggio 2014

L'Italia della "speranza"...


       La presentazione dell'annuale rapporto ISTAT fornisce un'immagine precisa dell'Italia: un Paese dove nascono sempre meno bambini, dove i vecchi sono sempre più vecchi, dove i giovani fuggono a gambe levate, dove ci sono oltre sei milioni di disoccupati e dove una delle attività individuali più praticate è il suicidio.
         "Le magnifiche sorti e progressive", verrebbe da dire, ma si sarebbe "rabbiosi e pessimisti"...
       Credo che, per una volta, l'analisi renziana sia corretta e non bugiarda o elusiva, com'è abitualmente. Esistono infatti due Italie, quella di coloro che hanno e quella di coloro che non hanno, e agli appartenenti alla prima - in apprezzabile attestazione di sincerità - non importa una cippa di quello che succede agli altri.
       E' la "Sinistra solidarista" al suo meglio, quella impegnata nella costruzione di un regime plebiscitario dove, per chi dissente, si propongono soluzioni diverse, dall'arrivo di Equitalia alle commesse riservate agli "amici degli amici", al "voto di scambio" con grandi e piccoli beneficiati.
       Nulla di particolarmente scandaloso, per un regime che vira sempre più al "totalitarismo dolce", a parte la constatazione di aver reso sempre più ampio il numero di italiani che sono realmente "esuli in patria" e che non godono di pieni diritti di cittadinanza.
       La costruzione di un'egemonia su un Paese vecchio, impaurito, ignorante e poco o punto aggiornato su qualsiasi tema, è sicuramente un obiettivo molto miope, per chi guarda un po' più in là del proprio cortissimo naso, ma tutti i regimi che si autoalimentano vivono di questa osmosi tra quanti possono godere un'esistenza da "beati possidentes" e quanti si devono accontentare di benefici minimali, "octroyés" al fine di creare consenso.
       In definitiva, è proprio l'Italia della "speranza", speranza della pensioncina, dell'elemosinina (80 euro), della disoccupazione totale cui sopperire, quando va bene, con il precariato assoluto (a 2-3 euro l'ora) o addirittura con le "corvées" prestate per ottenere il favore del potente di turno.
       E' un peccato che gli italiani abbiano la memoria corta e non conoscano la memoria storica, perché i passi che sono stati compiuti sulla strada della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza di condizioni e di opportunità sono stati realmente formidabili, negli ultimi decenni...
       Il problema vero in realtà sono solo io, la mia "rabbia", il mio essere un "ribelle senza una causa", il vedere come clamorosamente vuoto un bicchiere che invece è pieno, pienissimo. Siccome cerco di non essere mai volgare, eviterò di dire di cosa..., tanto milioni di voi stanno bevendo con me e il gusto è inconfondibile, vero?

                                     Piero Visani

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