lunedì 23 giugno 2014

Il miracolo della notte

       Mi piace moltissimo viaggiare di notte. L'ho già scritto, ma mi ripeto volentieri. Se sono solo, quel tunnel nero che si snoda davanti ai miei occhi, illuminandosi progressivamente, è una perfetta metafora di quello che si svolge nella mia mente, con il buio delle mie emozioni che metro dopo metro si schiarisce, consentendomi di capire ciò che fino a pochi secondi prima mi pareva assolutamente criptico. Se sono in compagnia, la compagnia diventa più intima e l'automobile si trasforma in un piccolo scrigno privatissimo, per viaggi nello spazio e - contemporaneamente - nel tempo e nella psiche.
       Ho sempre amato molto anche la velocità, per quel senso di provvisorietà che mi regala, per l'adrenalina che mi insuffla nel corpo e nella mente.
       Ogni tanto, con qualche anima eletta, riesco a parlare di queste cose e a raccontarle il mio amore assoluto per la notte. Non ho bisogno che lo condivida, mi basta che mi ascolti. Io parlo, lei mi ascolta. Lei parla, io l'ascolto. La notte è un'intima alcova di dialogo, a condizione - ovviamente - che ciascuno dei  due protagonisti abbia voglia di ascoltare l'altro e che entrambi abbiano qualcosa da dirsi...
       La notte detesta i monologhi e favorisce i dialoghi, anche quelli con se stessi, se non c'è un'altra persona con cui parlare. E, quando si arriva a destinazione, che albeggi o meno, si è già diventati un'altra persona. E' il miracolo - iterabile ad libitum - della notte.

                                 Piero Visani

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