venerdì 11 luglio 2014

Perché io sono un destino

       C'è un capitolo, in Ecce Homo di Friedrich Nietzsche, che si intitola "Perché io sono un destino".
       Lungi da me il tentare anche solo vagamente di accostarmi a un filosofo di tale grandezza, però debbo confessare che, nei miei rapporti con l'altro sesso, io mi sono sempre considerato tale. Non ho mai osato sperare che qualcuna condividesse questa mia visione - e in effetti ho subito atroci delusioni, da questo come da altri punti di vista - ma non ho mai desistito, sulla base del principio che io non desisto, mai, dal perseguire i miei obiettivi esistenziali. 
       Pazienza e perseveranza hanno premiato questo mio assoluto desiderio di singolarità. E così sono riuscito a diventare - Nietzsche mi perdoni la parafrasi - ciò che sono.

                             Piero Visani



1 commento:

  1. Oggi riuscire ad essere ciò che si è invece che apparire come omologati a ciò che gli "altri" vorrebbero è la più grande ricchezza a cui un essere umano possa aspirare.
    Tout court.

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