sabato 13 dicembre 2014

Gli "amanti del prossimo"

       Credo che ciascuno di voi ne conosca almeno uno, più facilmente se risiede in un grande centro urbano.
       Professione: incerta.
       Talenti: vari, ma non specificati.
       Carriera pregressa: nebulosa, se non nebulosissima.
       Referenze: rare o comunque solidamente provenienti dal settore pubblico e parapubblico (vedremo a breve perché).
       Chi sono? Sono gli "amanti del prossimo", i "professionisti dell'assistenza e della solidarietà".
       Se dovessero operare sul mercato libero, sarebbero ridotti all'elemosina, ma discendono in genere da solidi e acclamati lombi, per cui, dove non arrivano loro, arriva papà...
        C'è da organizzare una mostra pittorica o fotografica in favore di qualche tipologia di portatori di disabilità? Eccoli pronti ad avanzare la loro candidatura. Le referenze non sono proprio eccellenti? Non c'è di che preoccuparsi, ci penserà papà, con la sua rete relazionale, a sopperire.
        Nascono così solidi contratti (frutto di non meno solidi contatti), ovviamente sempre pagati con denaro pubblico. La mostra o l'evento culturale o la rappresentazione godono di buona stampa - grazie alla compiacenza di giornalisti amici - e ne nasce, con il tempo, una vera e propria professione: "il figlio di...", ovviamente molto "amante del prossimo", poiché si batte in favore di diversamente abili, malati di tutti i tipi e generi, ipodotati, etc. etc. etc.
            Nessuno di costoro - che io sappia - devolve i propri proventi in beneficienza. Tutti incassano allegramente denaro pubblico, ma hanno la buona grazia di andarselo a spendere in lidi lontani, per non dare troppo nell'occhio e per non indurre a pensare che loro possano divertirsi. Deve essere chiaro, infatti, che pensano sempre e soltanto ai meno fortunati...
          Conosco soggetti che vivono solo di questo e vi hanno costruito sopra carriere, anche con sponsorizzazioni importanti. Sebbene io sia un seguace del realismo politico, e anche parecchio cinico, sono giunto alla conclusione che il loro "amore per il prossimo" sia assolutamente vero. Senza quell'"amore", infatti, costoro sarebbero professionalmente morti, mentre così lo sono solo umanamente, ma vi sopperiscono "sentendosi buoni". E di loro sarà sicuramente il "regno dei cieli", dopo quello della Terra, ovviamente. Meglio puntare su almeno due cavalli contemporaneamente, onde non rischiare di perdere...
        Scusate, ora smetto di scrivere, perché mi viene da piangere di fronte a tanto "amore"... Sotto i nostri occhi, ci sono decenni di storia dell'"assistenza pelosa" italiana, e non l'hanno certo inventata quelli della cupola romana. Semmai, si sono semplicemente preoccupati di ampliarla...

                              Piero Visani




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