venerdì 5 dicembre 2014

"Pezzenti" e pazienti


       Non aggiungerò una riga a quanto è stato detto sulla "cupola" romana. Ritengo che la "politica" italiana da tempo sia tutta così, dunque non saprei di che parlare.
       Mi piace solo sottolineare come, nell'autentica orgia di trasmissioni televisive che sono state dedicate al tema, emerga costante - nelle parole di indagati, presunti responsabili, commentatori politici e giornalistici - un tratto comune: il disprezzo censitario.
       Tutti i soggetti coinvolti nell'inchiesta pare fossero "a libro paga", come elargitori o beneficiari. E tuttavia, nel valutare gli emolumenti, comune è il disprezzo dei commentatori per quelli che "prendevano mille euro al mese". Un disprezzo esibito, iterato, sovrarappresentato, in genere accompagnato da parole tipo: "quello prendeva mille euro al mese, era un pesce piccolo, un pezzente"...
       Mi pare strano che nessuno abbia rilevato il potente dato accomunante: in Italia, se percepisci mille euro al mese (o poco più, dunque una cifra che non è molto inferiore alla media di gran parte degli stipendi), nell'opinione della classe dirigente (politica, intellettuale, giornalistica) sei "un pezzente".
       E' vero - ahinoi! - e tuttavia, se detta classe dirigente non fosse formata da idioti impuniti, parlando di queste problematiche cautela vorrebbe che, visto che spesso a fare affermazioni impudenti sono ladri patentati o beneficiari di prebende ben superiori alle loro reali (cioè nulle...) capacità, si evitasse almeno di dare dei "pezzenti" alla gran massa dei cittadini. E invece costoro, per assoluta impudenza o - più facilmente - per totale incapacità di comprendere addirittura ciò che stanno dicendo, lo fanno con naturalezza e disprezzo dei loro connazionali. Che certamente "pezzenti" sono, ma anche molto pavidi, perché stanno dando prova, nei confronti di delinquenti comuni e politici (e la differenza ormai è sempre più labile...), e di idioti mascherati da acculturati, di una pazienza infinita.
       Pezzenti e pazienti.

                                         Piero Visani

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