sabato 10 gennaio 2015

Danni collaterali

       "Siamo in guerra!"
       "Il nemico è alle porte!"
       "Ci vogliono ammazzare tutti!"
      Ascoltando o leggendo queste amenità, uno si sente come dentro a un film (non a caso di produzione hollywoodiana...). Il problema è che purtroppo non è solo (ma anche...) un film e comporta - come tutte le guerre... - una quantità di danni collaterali, il primo dei quali è l'escalation inquisitivo-repressivo-poliziesca.
       Chiunque abbia mai fatto l'esperienza di entrare negli USA, specialmente per via aeroportuale, conosce alla perfezione l'atmosfera da psicopatia aggravata con cui si trova a fare i conti e - se ancora ha un residuo di cervello e di senso critico - la prima domanda che dovrebbe porsi sarebbe: "se questa è la culla della democrazia, chissà gli altri Paesi...?". Nel caso se la ponga tra sé e sé, e magari sulla faccia gli si disegni un sorrisetto tra l'ironico e lo sprezzante, ecco che l'italo-atlantico che sta in coda dietro di lui e che lo coglie (a quanto pare è l'unica cosa che è riuscito a cogliere, ma io sono sfortunato...), sente subito il dovere di spiegargli (ma qualcuno gli aveva chiesto un parere...?): "Eh sì, ma loro hanno avuto l'11 settembre!".
       "Eh già - rispondo io con il più bel sorriso stile "presa per i fondelli" che mi si possa disegnare in volto, ma lui, come per "incanto", ripiomba nel suo universo di certezze e neppure lo coglie il mio sorrisetto, certo com'è di avermi convinto in eterno con la sua "verità rivelata".
       Ora comincio a leggere che anche in Europa occorrerà prendere misure di controllo preventivo e repressivo, ovviamente a danno della libertà dei singoli, e già mi vedo a compilare dichiarazioni antiterrorismo con lo stesso zelo con cui compilo le dichiarazioni antimafia per la piccola società che dirigo, ben sapendo che anche tutte le cooperative coinvolte nel caso "Mafia capitale" le compilavano... e che, ovviamente, nel nostro Paese grazie a tale modulistica la Mafia è stata DEL TUTTO sconfitta.
       Del controllo preventivo non mi preoccupo granché, perché so bene che già da molto tempo siamo sotto stretta sorveglianza. Dell'azione repressiva, per contro, mi preoccupo molto di più, perché di limitazioni alla mia libertà individuale mi sono già abbondantemente stufato, tanto più se imposte in nome della "sicurezza" (ma di chi, di che?).
       A mio modestissimo parere, era assolutamente prevedibile che la democrazia, una volta imboccata una deriva plebiscitaria, sarebbe diventata il più "splendido" esempio di totalitarismo compiuto, ma io sono un maverick, una bestia non marchiata, e tutto ciò che dico non conta nulla. E poi ho la pessima abitudine di "disturbare i manovratori", quali che siano e dovunque operino. Dunque sono un "criminale" a prescindere.
      In ogni guerra - mi si dice con baldanzosa saccenza - ci sono i "danni collaterali". Lo so e tuttavia mi chiedo: ma non sarà che l'Occidente abbia scatenato così tante guerre, dal 1989 in poi, solo per provocare "danni collaterali" e mettere noi cittadini comuni in una prigione con sempre più sbarre?
      Lecito dissentire da me, ovviamente. Ma mi chiedo, all'inverso: a me è ancora lecito dissentire? E, se sì, fino a quando...?
       Questo furore bellicista, questa lucida edificazione di uno "Stato-caserma" in nome della libertà, fa venire in mente solo la cupa invettiva di Madame Roland: "Libertà, quanti crimini si commettono in tuo nome!". 

                  Piero Visani





        


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