sabato 10 gennaio 2015

Non belligeranza

       Francamente, non mi sento in guerra, tanto meno con l'Islam. Qualcuno - sappiamo bene chi - per sporchi interessi suoi ha evocato mostri e ora quegli stessi mostri gli si ritorcono contro. E' già successo (vedasi Afghanistan) e continuerà a succedere. Gli Stati clienti - come sono quelli europei - non possono certo condizionare le scelte del loro padrone...
       Di questo tipo di scontri intestini sono ovviamente preoccupato, non per me, che non ho proprio nulla da perdere, ma per la mia famiglia, mio figlio, i miei cari. Al tempo stesso, non sono per nulla sorpreso che i seminatori di vento raccolgano tempesta. E' sempre successo, continuerà a succedere.
       Non sono in guerra perché non appartengo e non mi sento di appartenere al mondo occidentale, non ho nemici islamici e al massimo posso dire che l'Islam mi preoccupa nella misura in cui mi preoccupano tutti i monoteismi. Sono 64 anni che faccio i conti, anche personali, con un altro monoteismo da noi molto caro e posso garantire che non sono sempre state rose e fiori...
       Equiparare i "tagliagole" al credente islamico medio mi pare una forzatura. Da buon seguace della Nouvelle Droite delle origini, credo che il problema politico-culturale più importante sia la definizione del nemico principale. Al riguardo, credo di dover essere molto chiaro: esso non sta ad oriente, sta in chi ha fatto diventare la vecchia Europa quella cloaca a cielo aperto che attualmente è. Se proprio devo avere un nemico, che almeno sia quello vero. E questo non sta nell'Islam né in Russia né altrove. Sta, come sempre, a Occidente.

                        Piero Visani




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