giovedì 26 febbraio 2015

Blog "Sympathy for the Devil" - Classifica dei post più letti (21 Gennaio 2015 - 20 Febbraio 2015)

       Il periodo in esame ha rappresentato un'ulteriore fase di novità nella vita del blog. Cessato infatti il clamore più immediato degli eventi terroristici parigini, l'esistenza quotidiana del blog ha ripreso andamenti più regolari. La cosa è confermata dai relativamente pochi mutamenti che ci sono stati al vertice della classifica delle visualizzazioni, che è ora la seguente:
  1. It's just like starting over, 568 (=) - 11/12/2012
  2. Non, je ne regrette rien, 217 (+10) - 29/12/2012
  3. Un'evidente discrasia (in margine ai fatti di Parigi), 186 (+2) - 8/1/2015
  4. Quantum mutatus ab illo!, 163 (=) - 20/05/2013
  5. Elogio funebre del generale August-Wilhelm von Lignitz, 116 (+1) - 29/01/2014
  6. Tamburi lontani, 117 (+4) - 9/1/2015
  7. Umberto Visani, "Ubique", 101 (+1) - 19/04/2013
  8. Gli aggiustamenti "borghesi", 96 (=) - 05/02/2014
  9. La rivolta di Pasqua (Dublino, 1916), 91 (+1) - 31/03/2013
  10. Le donne accoglienti, 90 (+1) - 15/03/2013
  11. American Sniper, 86 (+8) - 05/01/2015
  12. La verità è sempre rivoluzionaria, 84 (+3) - 21/03/2013.
       Si nota che il miglior incremento mensile di visualizzazioni è stato quello di Non, je ne regrette rien, che è salito a 217 (+10), mentre la new entry del mese è rappresentata da American Sniper, con 86 visualizzazioni (+8).
       Nel periodo in esame - quello tra gennaio e febbraio - il post che ha totalizzato il maggior numero di visualizzazioni è risultato Cinquanta sfumature di grigio (57), seguito a pari merito da Confisca esistenziale e Moriremo democristiani (46).
       Anche relativamente al numero di visualizzazioni, abbiamo superato le 49.000, con un totale di oltre 1.600 post, con una media di visualizzazioni a pagina che continua a crescere e che ora ha raggiunto le 30,4 pagine.
        Questo blog, in definitiva, sta sicuramente crescendo e prosegue il suo percorso ascensionale.

                              Piero Visani



Umberto Visani alla trasmissione televisiva "Mistero", di Italia 1

       Sono state registrate ieri, in opportuna location, tre interviste che verranno fatte a Umberto Visani in altrettante trasmissioni del nuovo ciclo della trasmissione televisiva "Mistero", di Italia 1, che prenderà il via in aprile.



       Dei singoli argomenti riferiremo nell'imminenza delle varie trasmissioni. Per ora, possiamo dire che Umberto Visani è lieto di ritornare, dopo alcuni anni, a partecipare alla trasmissione che lo aveva già visto presenza attiva in numerose puntate delle serie precedenti.
        Proprio sui temi oggetto in genere della trasmissione "Mistero", Umberto Visani ha scritto Mondo Alieno, Torino, Arethusa, 2013;

**

 cui è seguito, l'anno successivo, il suo romanzo di esordio, sempre nell'ambito del genere paranormale: Ubique, Amazon Books.



       Umberto Visani è inoltre una presenza fissa nella rivista mensile "Mistero", filiazione dell'omonima trasmissione televisiva, che nel giro di pochissimo tempo si è costituita una solida base di affezionati lettori.
        Appuntamento quindi alle prossime puntate di "Mistero", con Umberto Visani!





mercoledì 25 febbraio 2015

Mediagiornale "LUCE" 2 - Il trionfo della virtù

       Avendo appreso dai media degli esempi di sobria compostezza, rigore morale (e moralistico...) e vicinanza al popolo che vengono dalla Repubblica italiana, la Regina Elisabetta II, in occasione della prossima visita a Londra del presidente del Messico, ha chiesto all'Household Cavalry Regiment di dismettere quegli assurdi panni da pump and circumstance che è solito indossare ("per chi vuole ascoltare etc etc.", se capisci a me...) e di abbigliarsi, per il prossimo corteo di Stato che avrà luogo nella capitale britannica, non con quei ridicoli abiti d'altri tempi portati da certi Carabinieri-Guardie del..., ma con tenute più adatte alle ristrettezze del momento: "Uno stile imposto dallo spirito dei tempi", come titola oggi - invero un po' minculpopianamente - un quotidiano italiano.
       Nell'immagine che segue, ecco i membri del celebre reggimento impegnati nelle prove dello sfilamento, con abiti più rusticamente adatti alla quotidianità. Tra essi, sempre molto sobriamente, prenderà posto anche Sua Maestà la Regina, abbigliata con stile campagnolo e abito acquistato (ovviamente..) da Marks (o forse Marx?) & Spencer (non Herbert, I suppose...).
      Non dimenticare infine il tocco di classe sublime dato dal sobrio calesse, anch'esso ispirato al principio del downsizing e della decrescita felice...
       Da oggi, anche i sudditi della monarchia britannica, al pari di quelli della Repubblica italiana, si sentono più liberi e rispettati...

                            Piero Visani




martedì 24 febbraio 2015

Introspezione

       Fin da adolescente, ho dedicato molto tempo all'introspezione, essenzialmente per cercare di capire da che cosa derivassero i miei problemi di relazione con il prossimo, che ho superato nel corso degli anni, ma non del tutto.
       Credo di averne tratto, con il tempo, un insegnamento fondamentale: chi era sincero, può avere rotto con me anche per decenni (talvolta, peraltro, anche per molto meno...), ma poi alla fine, per iniziativa dell'uno o dell'altro, si è sempre trovato il modo di riaprire un canale di dialogo. C'erano infatti state incomprensioni, malintesi, moti d'orgoglio, ma c'era pure una stima di fondo che, in definitiva, non è mai venuta meno e ha trovato il modo, con il tempo, di riemergere.
       Chi mi voleva soltanto prendere in giro, o sfruttare, o inserire all'interno di giochi e giochini suoi propri, non si è fatto mai più vedere, vuoi per vergogna di essere stato scoperto con le mani nel sacco, vuoi perché palesemente non gli/le servivi più.
        Di taluni incontri, questo è stato un esito scontato, così come lo è stato di talune (false) amicizie. Di altri, mi sono sorpreso maggiormente, ma l'esperienza mi ha insegnato a concedere a tutti una seconda possibilità, mai una terza. Una seconda possibilità, infatti, mette al riparo da possibili equivoci. Tuttavia se, nel ripercorrerla, si verificano eventi o situazioni che si erano già verificati, allora non resta che chiudere definitivamente. E' una sorta di cartina di tornasole, che dimostra le reali intenzioni dei soggetti coinvolti: chi ti fa del male una volta, si guarda bene dal fartelo una seconda, se lo ha fatto per errore o in buona fede. Ma, se si ripete anche una seconda, forse non era così tanto in buona fede.
       Mi sono sempre regolato in questi termini e non mi sono pentito: è bene non commettere sciocchi peccati di orgoglio, ma non meno bene è peccare di ingenuità. Conosco bene la mia personalità e so che, essendo ad alto profilo, è del genere "prendere o lasciare", non del genere "mediare". Non mi sono mai pentito di questo approccio: fa luce, dopo un po' di tempo, pure su equivoci anche gravi e fa morire alle cose e alle persone. Si resta spettri, o incubi, o poltergeist, ma - fortunatamente - non "morti viventi". E, sapendo che quello era il destino cui in fondo mi si voleva destinare, capisco che in definitiva l'ho scampata bella.

                     Piero Visani





Molto rumore per nulla

       I governi europei - a partire ovviamente da quello italiano e dai suoi membri, che ne fanno largamente uso - possono certamente ingannare i milioni di sprovveduti che li votano con la questione degli accordi fiscali con Paesi come la Svizzera, etc. etc., e sul fatto che queste squallide mascherate faranno rientrare capitali in Italia e aumentare il gettito fiscale.
       In realtà, chiunque abbia un minimo di dimestichezza con questi problemi sa che un conto estero deve sempre essere tenuto "coperto" da una fiduciaria, che provvederà a garantire all'effettivo titolare il necessario livello di protezione e riservatezza, nei modi più legali, ovviamente.
         La demagogia è sempre deplorevole, ma invito a un piccolo quanto logico ragionamento: ma, secondo voi, i governanti di tutto il mondo farebbero mai leggi che li potrebbero danneggiare? Suvvia, siamo seri...
        Naturalmente, talvolta succede che anche multimilionari in euro siano talmente taccagni da voler rifiutare le coperture legali offerte da una fiduciaria e allora, per risparmiare qualche migliaio di euro l'anno, vanno incontro al massacro mediatico dello "sbatti il mostro in prima pagina". Contenti loro!
       Quelli più avvertiti, per contro, si tutelano adottando le misure del caso e si fanno matte risate a leggere le fole che i media di regime/i scrivono su questo tema, cercando e riuscendo a persuadere i sudditi (un tempo lontano cittadini...) che "povero è bello". Certo, è bellissimo, a condizione che tocchi a voi, cari sudditi. Per noi - ovviamente - il trattamento è un po' diverso, meno iniquo...

              Piero Visani


Napoleonica - 10


       I Dragoni della Guardia Imperiale napoleonica, detti anche "Dragoni dell'Imperatrice", dato che la madrina del reggimento era l'imperatrice Giuseppina. Creato nell'aprile del 1806 con i migliori elementi dei Dragoni di linea, si distinse in tutte le campagne della "Grande Armée", fino a Waterloo (1815).
       Il primo comandante del Reggimento fu Arrighi di Casanova, di famiglia corsa, imparentata alla lontana con i Buonaparte.
       Come lascia ipotizzare il suo cognome ("nomen omen"), pare fosse un discreto "tombeur de femmes"..., oltre che un valoroso combattente.

                            Piero Visani



A Brave New World


        Si annuncia: senza evasione fiscale, senza politici disonesti, con leggi giuste, senza ingiustizie.

       Tutti avranno diritto a mille euro al mese (o anche meno), a ricordare come erano belli i tempi in cui si andava in vacanza (o in ferie, a seconda del retroterra socio-culturale) e ci si concedeva qualche weekend non a pane e salame...
       Si vivrà con poco, facendo "i giusti sacrifici" e godendo gli enormi vantaggi della "decrescita felice". Tutti più buoni, tutti più amanti del prossimo, pronti a scannarci per un parcheggio o una precedenza
I nostri figli appoggeranno i loro visetti sui cancelli della reggia di Bruxelles e vedranno le nuove Marie Antoniette (Lagarde...?) che li invitano a non chiedere pane e a dirottarsi preferibilmente sulle brioches, facendo notare che - dopo tutto - non è che costino così più care, specie se si appartiene alla splendida categoria degli "ottimati".
       Com'è bella, la nuova "démocratie octroyée", è assai meglio dell' "Ancien Régime"
       Sto già godendo... Stiamo già godendo...

                              Piero Visani

OK - Il prezzo è giusto


       Le carriere politiche, oggi: uno si costruisce una faticosa credibilità, stile pseudo-eversore, "à la Tsipras". Raccoglie un solido consenso elettorale grazie a promesse rodomontiche fatte a un popolo di esausti e disperati, poi si presenta al vaglio della troika e cala ingloriosamente le brache, come se nei mesi precedenti avesse parlato di tutt'altro. Per una classica foglia di fico, usa il tradizionale riferimento a una "terribile" lotta all'evasione, che ormai è come il nero (colore): va un po' con tutto.

       Il cittadino greco medio pensa gioioso al futuro, sapendo che potrà pagare i suoi debiti non più in 72 ma in 100 rate e riesce persino a dichiarare - "à la Fantozzi" - "ma come siete umani, voi!".
        Su tutto mi assale un sospetto: ma non è che le carriere alla Tsipras sono costruite scientemente a tavolino? Si fa fortuna sulle disgrazie altrui, si fanno reboanti promesse e poi - molto ma molto in privato - si contratta (con le varie "troike" (quelle con la "kappa" e quelle senza...), quanto farsi scudare, su qualche conto del Caribe, per una "resa con (o forse senza...) onore".
       Ciclo politico terminato. 
       "Moglie mia, tranquilla", afferma sempre in privato l'ex-neo premier e nuovo multimiliardario: "non appena perderò le prossime elezioni, spero molto presto, si vola tutti alle Cayman. Quanto ai miei compratrioti - "ça va sans dire": che si fottano!".
       Del resto, là dove il denaro è l'unica legge rimasta, meglio approfittarne fino a che si è in tempo.
       Forza Tsipras, cavaliere dell'ideale. Sei tutti noi!!!

                         Piero Visani

lunedì 23 febbraio 2015

Rimini

       Giorni fa, nel declinare - mi auguro cortesemente - il mio rifiuto di continuare a intervenire sul tema della cosiddetta cultura di destra, ho operato una sorta di parafrasi di un celebre passo della canzone "Rimini", di Fabrizio De André. Esso suonava in questi termini:

"Ma un errore ho commesso, un errore di saggezza, abortire la destra e poi guardarla con dolcezza". Non lo ripeterò, nel senso che non ho commenti da fare. Non sono di destra. Fine.



        Mi permetto oggi solo una riflessione sul perché sono arrivato alla scelta proprio di quel testo. Perché esso contiene un altro passo, che mi è carissimo, e che riguarda tutto il mio atteggiamento verso la vita:

"ma voi che siete uomini
sotto il vento e le vele
non regalate terre promesse
a chi non le mantiene".

       
       Come tante persone che ho conosciuto, anche quell'ambiente è specializzato nel "regalare terre promesse a chi... non le mantiene". Alla lunga, questo atteggiamento profondamente falso mi ha disturbato. E me ne sono andato per i fatti miei, così mi prometto - e soprattutto mi MANTENGO (e la sottolineatura è tutt'altro che casuale...) - assolutamente da solo.
       La mia distanza dalla Destra italiana - fatte salve ovviamente le dovute eccezioni - è etica ed antropologica. E comunque siderale.

                              Piero Visani







domenica 22 febbraio 2015

Il diritto di cittadinanza

       Incremento del 120% dei furti nel Nord-Ovest italico, e di percentuali non troppo inferiori nel resto del Paese. I media ne parlano come se fosse un problema strettamente individuale e sono prodighi di consigli su come difendersi dai ladri.
       Il senso dello humour non è molto diffuso, qui da noi, altrimenti dovrebbe essere chiaro a chiunque che gli italiani non sanno difendersi dai ladri, altrimenti non avrebbero i governanti che hanno.
       Ciò premesso, mi sorge una piccola domanda: ma lo Stato, in questo Paese, ammesso e non concesso che ancora esista, che diavolo ci sta a fare? Non garantisce niente a nessuno, salvo che alla "casta", e agli altri cittadini dice: sono cavoli vostri, vedete di cavarvela da soli.
       Se uno non è proprio del tutto cieco, ormai è evidente che in Italia lo Stato non è altro che una gigantesca macchina repressiva, e il cittadino un suddito sfruttato che ha un solo obbligo: pagare, sempre e comunque, per garantire la sopravvivenza della medesima. Diritti zero, doveri tanti. E, oltre alle tasse folli, uno dovrebbe anche spendere migliaia se non decine di migliaia di euro per garantire la sicurezza passiva della sua abitazione.
       Lo Stato, lui, non se ne preoccupa minimamente, anzi si preoccupa solo di tutelare il "diritto alla sopravvivenza" della "corte dei miracoli" che insozza le nostri città. Che tutto questo sia democrazia, mi diverte alquanto, e forse davvero lo è, nel senso che è il peggiore e più iniquo dei regimi totalitari possibili. Siamo ormai alle corvées, peccato che non molti sappiano che si trattava di prestazioni gratuite al potere tipiche dell'Ancien Régime. Non male, come riferimento politico per una "Sinistra" di governo...
       E dire che molte "anime belle" paiono tuttora non accorgersene (o fare finta di) e che altre "non vorrebbero gettare via il bambino con l'acqua sporca". Peccato che non ci sia alcun bambino, ma un "cadavere in pessima salute", che ha inquinato anche l'acqua e il catino.

                         Piero Visani





venerdì 20 febbraio 2015

Mediagiornale LUCE - 20 febbraio 2105 - Anno II dell'Era Renziana

      Nel mentre le nostre possenti Armate si stavano accingendo ad attaccare e spezzare le reni all'ISIS, nel centro di Roma Imperiale, Romana e Cristiana, parecchie decine di migliaia di forze speciali olandesi, travestite da tifosi di calcio per evidenti intenti di guerra asimmetrica, hanno proditoriamente colpito alle spalle le nostre forze di polizia.
       Colti di sorpresa, i centurioni della Nuova Roma hanno saputo fare fronte da par loro al proditorio attacco e hanno organizzato una ritirata strategica su posizioni precedentemente stabilite, dove hanno fatto virilmente fronte ai barbari del Nord, uomini che ancora pascolavano mucche frisoni quando Roma diffondeva la propria civiltà nel mondo.
       Purtroppo, un grave vulnus è stato inflitto al centro dell'Urbe, ma presto la IX, l'XI e la XII Legio riporteranno l'ordine nel cuore della Città Eterna.



P.S.: La X Legio è stata esclusa dall'operazione in quanto la sua sola denominazione, che ancora non si è potuto cancellare, evoca sgradevoli memorie.

giovedì 19 febbraio 2015

Per dirla proprio tutta

       Qualche amico, forse non del tutto a conoscenza del mio attuale pensiero, mi ha chiesto molto cortesemente qualche parere o intervento sulla crisi libica, sostenendo che ha visto pochissime cose scritte da me. Farò allora, ad uso e consumo di questi amici, una piccola sintesi: per me la repubblica italiana, in questa come in altre crisi, può andare tranquillamente a fare in etc. etc. Spero di essere stato chiaro.
       Sono stato un grande amante della mia Patria, ma, siccome sono un soggetto fortemente passionale, quando mi sono accorto che non era il caso che buttassi via così le mie passioni, ho cercato nuovi amori.
       Come tutti gli amanti delusi, ho un po' di veleno in corpo, ma non mi sento tradito: sono io che sono stato un terribile idiota. Ora sto curando meticolosamente un altro aspetto del mio carattere: il fatto che sono ferocemente vendicativo... E' quello il mio unico e ultimo pensiero.

                Piero Visani




mercoledì 18 febbraio 2015

Sulla cultura "di destra"

       L'amico Marco Valle mi sollecita a intervenire per commentare l'articolo che Marcello Veneziani ha pubblicato - sul "Giornale" del 17 febbraio - sul tema della "cultura di destra".
       In realtà, mi trovo in imbarazzo, per varie ragioni. In primo luogo, perché penso che il continuare a fare ricorso alle categorie di destra e sinistra sia quanto di più vetusto e fuori luogo possa esistere. E' vero che Veneziani fa tutta una serie di condivisibili precisazioni, parlando di una galassia culturale multiforme, etc. etc. Ma io ritengo semplicemente che destra e sinistra non esistano più, direi neppure a livello politico, e certamente non a livello culturale. Se guardo ai soggetti che maggiormente ho citato nel mio blog o su Facebook in questi ultimi mesi, a parte il mio amatissimo Nietzsche e l'amico Alain de Benoist, trovo di tutto e di più, da Karl Marx a Ezra Pound, da Diego Fusaro ai rappresentanti del più radicale pensiero individualista e libertario.
       Non credo che ciò sia avvenuto a caso, ma perché le linee divisorie oggi passano, a mio parere, altrove, in particolare - e questa la ritengo una distinzione fondamentale - tra coloro che accettano il mondo così com'è (che si dividono a loro volta in dominanti e dominati) e coloro che non lo accettano, che ormai oggi, dovunque si trovino, qualsiasi cosa facciano e come la facciano, sono miei fratelli.
       Ci troviamo di fronte a una deriva totalitaria, di totalitarismo democratico e riduzionistico, di dimensioni impressionanti, che sta distruggendo le nostre personali esistenze. E' in gioco la nostra libertà e un futuro dell'umanità che non risulti fin troppo simile ai peggiori incubi prospettati da Huxley o Orwell.
       Su questo sfondo, parlare di "pensiero di destra" e invitarlo a "fare autocritica" mi pare assolutamente legittimo, ma solo ed esclusivamente in una logica personale, non certo politica o metapolitica.
       Il centrodestra - intendendo con questo i governi guidati da Silvio Berlusconi - è stato al governo in Italia, pur con ampie interruzioni, per circa un ventennio. Io stesso ho creduto nella possibilità di un cambiamento e, per poco più di un anno, dalla fondazione al marzo del 1996, sono stato membro dell'Assemblea Nazionale di AN. Poi, quando ho visto che nulla era cambiato, se non in peggio, sono uscito senza sbattere la porta e sono tornato alla professione privata.
       All'epoca - cito un caso personale solo per esigenze di chiarezza, non per fare polemica: mi so mantenere da solo e senza vitalizi di sorta - venivo da otto anni di lavoro consulenziale presso vari organi ed istituti di studio della Difesa, come pure da quasi due anni di supporto comunicativo presso il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, con contatti molto costanti con il presidente Cossiga e il suo consigliere militare, il generale Carlo Jean.
        Ho visto passare ministri della Difesa di centrodestra che facevano finta di non sapere chi fossi o, più spesso, neppure lo sapevano, mentre a sinistra mi hanno dedicato pure un libro, ovviamente molto critico.
         Questo è solo uno (sgradevole) riferimento personale che non intende celare rancori, che non vi sono, ma sottolineare il fatto che la politica di destra ha sempre ignorato il valore della metapolitica, con il risultato di fare politica con le idee altrui (di ciò si potrebbero citare infiniti esempi), mai con le proprie. E i risultati - credo - si sono visti...
      Occorre poi chiedersi se il Centrodestra avesse, in campo metapolitico, delle idee proprie. (e qui preferisco tacere, per carità di Patria), così come non aveva intenzione di investire risorse umane e materiali, strutture, etc.
       Anche sulla Regione in cui risiedo, il Piemonte, amici autorevoli come Augusto Grandi e Giorgio Ballario potrebbero scrivere libri sul "museo degli orrori" delle politiche culturali del Centrodestra al governo.
       Tutto questo, peraltro, è sparare sulla Crocerossa. E' sufficiente guardare al fastidio con cui i politici di "area" (non certo la mia, non ho più aree da tempo) continuano tuttora a parlare di cultura, tema di cui - da Antonio Razzi in giù, poiché lo vedo intellettualmente al vertice di un certo ceto politico - ignorano tutto.

       Non saprei quindi che dire dell'articolo di Veneziani. Se fossi di destra, potrei scrivere che l'invito "il pensiero di destra faccia autocritica", scritto da uno che è stato consigliere di amministrazione della Rai, mi suona vagamente umoristico. Ma non ho alcuna intenzione di fare polemiche, semplicemente perché, se in Italia sono esistite una destra e una sinistra, ora da tempo non esistono più, a meno che la sinistra sia personificata da Renzi e la destra da Salvini. Io direi invece che, anche per mai occultate frequentazioni, i due sono figli della pessima metapolitica berlusconiana, quella che ha avuto un peso non indifferente, con i suoi programma televisivi, a far diventare l'Italia quella cloaca a cielo aperto che è. Forse ha ragione Veneziani, il pensiero di destra faccia autocritica. Così scoprirà che, oltre alla Gauche caviar (quella stile "La grande Bellezza" di Paolo Sorrentino), c'è stata, ed è stata ed è tuttora fortissima, la Droite à la Alvaro Vitali (o à le Bagaglino), che ha prodotto quel Paese-flatulenza di cui respiriamo volgarità e lezzo tutti i giorni.

                                               Piero Visani




Mujeres al borde de un ataque de nervios

       Spesso, nel corso della mia vita, mi è capitato di rapportarmi con donne per le quali ero un uomo "assolutamente inimitabile", una sorta di concentrato di cose positive. Ma bastava che commettessi un errore, un solo errore, a volte semplicemente frutto di un malinteso o del ricorso a codici comunicativi diversi, e diventavo - senza nemmeno il diritto a un chiarimento - "l'uomo più abominevole del mondo".
       Da giovane ho sofferto molto di questo repentino passaggio "dalle stelle alle stalle", al punto da considerarlo quasi una mia personale maledizione. Ne ho analizzato attentamente tutte le possibili cause, senza trovarne una che mi convincesse almeno un po', a parte quella di un astuto modo di "scaricarmi" accollandomene le colpe.
      Poi, con l'età matura, ho cominciato a non curarmene più, anzi a cercare addirittura di prevedere e anticipare il momento in cui tale evento topico avrebbe avuto luogo. L'esperienza mi ha infatti insegnato che nessun rapporto umano, se anche vuol durare una sola sera, può basarsi sull'isteria.
       Così ho cessato di provare la sgradevole sensazione di sentirmi rifiutato e ho cominciato a prendere silenziosamente atto di tutto ciò che mi veniva rovesciato addosso, sulla base di un principio che mi è diventato sempre più caro: never complain, never explain. E' di classe, non lascia invischiati in stucchevoli recriminazioni, ti consente di accollarti silenziosamente tutte le "colpe" e di orientarti su rapporti più maturi e veri. Anche perché - come è facile immaginare - essere portato "sulle stelle" è esaltante ma un po' posticcio, esattamente come finire "nelle stalle" è forse superiore ai miei (de)meriti. Nei due casi, Much Ado about Nothing. Nella prima ipotesi, ma - mi sia consentito - anche nella seconda...
                                   Piero Visani



martedì 17 febbraio 2015

Maschera e volto

       Una maschera è spesso più "volto" di un volto vero e proprio, in quanto essa, accortamente selezionata e indossata, consente di sovrarappresentare quelle parti di una personalità che più le sono care e che maggiormente essa intende evidenziare.
       Una maschera femminile, ad esempio, evidenzia naturalmente mistero, ma l'aspetto intrigante non deriva ovviamente dalla maschera in sé, ma da quando, SE, e per quale ragione essa finirà per cadere.
       La maschera è ludica, oltre che misteriosa, e non per nulla spesso essa si abbina all'interpretazione, e magari pure al disvelamento, degli aspetti più tenebrosi e profondi della nostra psiche. Ma indossare una maschera, in certi contesti e con certe interpreti, a me pare che voglia soprattutto annunciare che presto essa cadrà, lasciando libero il volto e soprattutto l'Io. Ecco perché amo le maschere, e chi le indossa: perché sono una possibile anticipazione di disvelamento. A me tentare di farle cadere...

                             Piero Visani



Il punto di giuntura

       Ci sono sempre più organizzazioni, legate a varie forme di malavita, che da tempo sono specializzate anche solo nello spostamento di contanti. L'imminente decisione del governo di tassare i versamenti in banca di contanti superiori ai 200 euro non fa che favorirle, aumentandone esponenzialmente il volume d'affari. Sarà un caso?

                            Piero Visani

Romanitas


       Nel mentre si parla moltissimo di Sagunto (spostata provvisoriamente in Libia), a Roma si instaura la dittatura politica e fiscale. Un tempo si diceva: "Senatores boni viri, Senatus autem mala bestia". Ma ora che il senatore medio è tipo Antonio Razzi, occorrerà aggiornare il detto?

       Come sempre, quando si è chiamati a schierarsi sulle patrie frontiere per affrontare un improbabile e indefinibile nemico (i "tagliagole"), i nostri (nostri?) "cravattari", nel frattempo, provvedono a mettercela ben in profondità nelle terga. Ma pare che molti godano, tra gli italici sodomiti. Perché, siccome guardano davanti, e non dietro, vedono la pagliuzza rappresentata dai nuovi "black block", non il travone costituito dai sodomizzatori di Stato.
       Una volta di più, mi convinco che, in caso di conflittualità promosse dai "nuovi patrioti", il fuoco più convincente ed efficace sia quello amico, il mitico "friendly fire", quello che - per errore, ovviamente, per errore! - "libera nos a malo. Amen".

                                    Piero Visani

Il nemico esterno

     Seguendo i talk show di questi giorni, si comprende la fondatezza della frase attribuita ad Adolf Hitler: "Se non ci fosse l'ebreo, bisognerebbe inventarlo". Per quanto formidabili deprecatori dell'uomo che incarna il "Male assoluto", infatti, gli spin doctor occidentali hanno ripreso pari pari questa affermazione, limitandosi a sostituire "ebreo" con "islamico".
       In effetti, quando le situazioni interne sono catastrofiche, quando libertà, diritti politici, economia e quant'altro fanno orrore, nulla di meglio che trovare un bel nemico esterno, dietro il quale ricompattare il Paese. Se i comunicatori del Presidente del Consiglio volessero risultare più convincenti, suggerirei una bella intervista a quest'ultimo dal ponte del CAVOUR, possibilmente con addosso un bel giubbottone blu della collezione "Armata di Mare" e un binocolo al collo, pronto a "spezzare le reni alla Libia".
      Di italiani "sprezzanti del pericolo" ce ne sono stati molti, nella storia patria, e le hanno dato lustro, ma di italiani "sprezzanti del ridicolo"  ce ne sono stati - ahinoi! - molti di più e, nei momenti di presunta crisi, tendono a moltiplicarsi.
        Bisogna partire dalla premessa che questo è un Paese in cui l'esimio ministro della Difesa, interrogato in televisione sul tema, ha affermato con una certa sicumera che "i bombardieri sono gli aerei che bombardano", per cui - per evidente proprietà transitiva - "i corazzieri (s)corazzano, i carabinieri carabinano e i marinai marinano (le scuole...?)"; in cui pochissimi sanno qualcosa di questioni militari e, di quei pochissimi, i quattro quinti evidenziano un marcato complesso di inferiorità nei confronti della cultura pacifista dominante e il restante quinto è talmente autoreferenziale che non riesce neppure a rendersi conto che, comportandosi in un certo modo, vaga per i vari talk show esibito come un piccolo "Dottor Stranamore de noantri" e si pavoneggia scioccamente senza neppure accorgersi che lo stanno clamorosamente prendendo per i fondelli. Contento, in una parola, di inanellare "figure di guano" ad uso e consumo della macchina mediatica. Contento lui...!
      Guardo il tutto sine ira et studio. Il mio Paese mi ha fatto molto male e oggi mi sento completamente apolide, senza alcun vincolo di appartenenza identitaria. Non sono italiano, sono me stesso. Punto. E mi fa molta tristezza vedere come da noi, quando parte l'ordine "delli superiori", tutto diventa "ottimo e abbondante", a cominciare ovviamente dal metaforico rancio quotidiano. Passare da una cultura di ostentato pacifismo e di universalismo irenista a una di bellicismo da operetta, e farlo "tutto in una notte", ha effetti esilaranti su chi conosce un minimo certe tematiche e il fatto che tutti NON conoscano ciò di cui stanno parlando non li rende, solo per questo, un po' più acculturati... Cento ignoranti non fanno un sapiente, a meno che non si sia di cultura democratica...
      Tuttavia, una giustificazione forte c'è e la comprendo: al governo della Libia non interessa alcunché. I "tagliagole" dell'ISIS servono solo a far guadagnare credibilità e ad allungare la sopravvivenza al potere dei "cravattari" nostrani e di quelli europei e internazionali che li sostengono.
       Qualcuno ha voglia di farsi ammazzare per costoro? Il nostro interesse nazionale si identifica per caso con quello dei "cravattari"? Se sì, prego, accomodatevi, armatevi e partite. Mi aspetto, su qualche litoranea libica, una nuova scritta "intelligente" del tipo "Mancò la fortuna, non il valore".  Vorrà dire che, anche in questa nuova guerra libica, al 90°, proprio sul più bello, avremo preso palo, un po' come nella precedente (ma in che stadio si giocava, non ricordo...? O sto confondendo anch'io - come i miei ex-connazionali - calcio e guerra? Del resto, che avessimo una marcata inclinazione a farlo se ne era già accorto Winston Churchill).
       Ai più avvertiti - che certo non mancano - mi permetterei di ricordare il profondo significato della celebre frase di Samuel Johnson: "il patriottismo è l'ultimo rifugio delle canaglie". Pensate a certe facce, a certe frasi, a certi comportamenti di oggi e di sempre, e chiedetevi se il grande letterato inglese davvero si sbagliasse.

                           Piero Visani




lunedì 16 febbraio 2015

I buoni consigli

       Dicono che metto soggezione, che ho l'aria di uno che non dà confidenza, etc. etc. Sarà anche vero, ma, ammesso e non concesso che io NON dia confidenza. il mio dramma è che molti con me se la prendono. Sono letteralmente bombardato di buoni consigli: cosa dovrei fare, come, quando, dove, perché.
       E' un atteggiamento che letteralmente non sopporto e, nonostante questo, l'ondata sale, come la rogna...
       Non ho mai dato un consiglio ad alcuno. Solo ad amici stretti e solo quando più volte sollecitato a farlo, per cui sarebbe apparsa una scortesia non soddisfare quella loro amichevole richiesta.
       Per contro, in questi ultimi anni sono diventato il ricettacolo di tutti i tipi di consigli, anche e soprattutto quelli non sollecitati (e, siccome non ne sollecito mai...).
       Mi scrive un perfetto sconosciuto, magari una persona incontrata su Facebook o sul blog, e dopo poco che siamo in relazione si sente il dovere di dirmi cosa devo fare. Io ringrazio, ma onestamente so sempre che cosa fare, perché è nella mia natura.
       Cerco di non risultare maleducato, ma devo apparire particolarmente sprovveduto se tanti si sentono legittimati a darmi dei consigli non richiesti. Devo avere un'identità da perfetto idiota, il che è più che probabile, però mi ha fatto sorgere una curiosità, quella di condurre una mia personale indagine demoscopica. Così, ho contattato un po' di amici e ho chiesto loro: "ma a voi sono tutti pronti a dare consigli, come lo sono con me?". La quasi totalità ha risposto no, dimostrandosi addirittura sorpresa dalla domanda.
       Così mi sono sentito terribilmente sfortunato, perché io invece ne ricevo almeno 3-4 al giorno, come minimo. A questo punto, non mi resta che compiere il passo ulteriore: cercare di capire perché i consigli li diano solo a me, e non agli altri. Io, nel frattempo, non considerandomi - a differenza di altri - un "maestro di vita", mi limiterò a continuare a dare il cattivo esempio. Per mia fortuna, al ruolo di dispensatore di consigli non sono ancora approdato. Preferisco continuare a fare il "bocca di rosa"...

                                     Piero Visani






Il peso delle cose

       Il peso delle cose a volte è forte, può rischiare di far stramazzare.
       Occorre tirarsi su e reggerlo. In silenzio. Parlando solo con se stessi.

                           Piero Visani





domenica 15 febbraio 2015

Tripoli, bel suol d'amore!

       Suonò la diana di guerra.
       Partirono. Avevano quasi sempre combattuto guerre sbagliate, per cui, una più, una meno...
       Rialzarono il Tricolore sulla "Quarta Sponda", salvo poi vederselo sostituire dalla bandiera a stelle e strisce, ma fa niente.
       Lasciarono sul campo un bel numero di morti, ma - si sa "che la guerra è bella, però fa male"...
       Tornarono vincitori. Tornarono alle loro case. Purtroppo, tutti presi dal conflitto, avevano saltato alcune rate del mutuo. Si trovarono le loro dimore confiscate dalle banche e da Equitalia.
      E incominciarono - finalmente!! - a interrogarsi se avessero combattuto la guerra giusta, per i padroni giusti, contro i nemici giusti.
       Va beh, dai, meglio tardi che mai...

                          Piero Visani




  

sabato 14 febbraio 2015

Specchio delle mie brume (non brame...)

       Ascolto spesso questa canzone in auto. Se uno è fortemente egosintonico, come me, ha bisogno di supporti che lo inducano a riflettere, ad autoanalizzarsi spietatamente. Des ronds dans l'eau mi aiuta. E' come se una dolce amica mi ricordasse cose importanti, che personalmente non sono affatto incline a dimenticare, ma che forse non sono abilissimo a proiettare al di fuori di me. E allora ascolto, ascolto...

               Piero Visani



venerdì 13 febbraio 2015

Dalla pornografia all'erotismo

      Mi scrive una lettrice, in margine al mio post su Cinquanta sfumature di grigio:

Però Professore, se posso permettermi, da quanto capisco Lei ha tutti i numeri per scrivere un romanzo sul tema che non banalizzi l'argomento e che possa essere di grande utilità collettiva, magari approfondendo proprio la sessualità maschile sulla quale mi sembra che esistano molte reticenze, anche in letteratura...

       Mia risposta:

Beh, Avvocato, "devo pensarci su, pensarci su"... E' possibile. La tematica mi piace molto. In effetti, è già da un po' che sto valutando questa opzione. Siccome sono del tutto impossibilitato a interessarmi di quei temi di polemologia e geopolitica che mi sono cari da una vita, perché non mi chiederebbero altro che essere la "voce dei padroni" (cosa che mi riesce assai ardua) o il difensore della "civiltà occidentale" (perché, ne esiste una...?), potrei davvero raccogliere il Suo amichevole suggerimento, cessare di occuparmi di pornografia (che altro sono, del resto, le tematiche testé citate?) e dedicarmi infine al mio amato erotismo.


E in effetti ci sto pensando, seriamente...

                   Piero Visani





Self-control

       Sono molto controllato. Posso essere passionale, ma controllato. Non faccio mai una mossa che sia dettata dall'istinto. Anche se talvolta sono accusato di "andarci giù pesante", si può stare certi che "nessuno mi ha mai preso la mano". Sono io che ho deciso di usarla e colpire.
        Inoltre, non sono un essere sociale, anzi direi di essere fortemente sociopatico. Poi non amo gli andamenti altalenanti. Mi annoio. Mi annoio spesso, forse sempre.
       Siccome da tempo non riesco più a mangiare la vita, a farne un solo boccone, poiché lo Stato e il potere mi hanno tagliato i denti, tendo ad annoiarmi, ma cammino "sull'orlo della notte", pronto a colpire.
       Leggo e vedo attestazioni di buonsenso, e mi annoio. Detesto i surrogati, tanto più quelli pseudo-esistenziali, e aborro le emozioni da poco. Quella che i più chiamano vita, è una noia mortale.

                          Piero Visani



La "democrazia guidata"

        Ricordate il dittatore indonesiano Sukarno e il suo concetto di "democrazia guidata"? Quando lo enunciò, nel corso degli anni Cinquanta, venne sbeffeggiato da tutto il mondo occidentale, che però ora, circa un sessantennio dopo, è pervenuto alla medesima repressione del diritto al dissenso.
       Come può essere definita, infatti, la legislazione che in varie parti d'Europa proibisce la formulazione di valutazioni "altre" rispetto alla controversa questione dell'Olocausto ebraico? In effetti, se la questione non è discutibile a causa della sua manifesta infondatezza, per quale ragione vietarla? Essa rimarrà circoscritta a una lunatic fringe di fanatici, intenti a dare prova del loro neonazismo o ad esercitarsi su teorie che la maggioranza degli storici respinge come infondate.
      Più preoccupante è che si voglia vietare la ricerca storica e ancora più preoccupante è che si crei il precedente di una teoria che è vietata in quanto dichiarata inaccettabile. Che cosa potrebbe impedire, infatti, che domani la mannaia dell'obbligo al silenzio venga fatta cadere su altro forme di dissenso, scelte di volta in volta ad hoc?
       Già oggi, ad esempio, non è a costo zero evidenziare che il liberalcapitalismo non è necessariamente il migliore dei mondi possibili o sostenere che l'Unione Europea ha costruito un eurolager. Si può ancora dire, anche se la cosa non procurerà prebende o cattedre universitarie. Ma se un giorno non si potesse dire più? Se si potesse (e dovesse...) cantare solo le lodi della attuale democrazia plebiscitaria, in procinto di divenire totalitaria.
       Senza andare a scomodare la retorica del "battersi fino alla morte per consentire la libera espressione delle idee altrui", sarebbe sufficiente garantire l'esercizio della piena libertà di dissenso.
       Fa piacere constatare che si è creato un fronte trasversale che accomuna soggetti di estrazione politica la più diversa, non esclusi non pochi ebrei non sionisti, che si rendono perfettamente conto del formidabile passo che è stato compiuto verso una sempre più inarrestabile deriva totalitaria, dove naturalmente i genocidi e gli Olocausti sono quelli altrui, non i propri. Come giudicare, ad esempio, il freddo e scientifico sterminio dei nativi d'America da parte degli Stati Uniti? Un accidente della Storia? I gulag staliniani? .Il genocidio armeno? E via massacrando... Tutte bazzecole? E come mai i "presunti" 100 milioni di morti causati dal comunismo "valgono", a questo borsino dei cadaveri, molto meno dei 6 milioni di morti provocati dal nazismo? Erano "più morti" degli altri, questi ultimi? I genocidi non sono tutti uguali, nel loro spaventoso carico di orrore?
       La cosa più oscena, in questa vicenda, è che essa sia finita nelle mani di politicanti da quattro soldi, la cui unica preoccupazione è mostrarsi proni ai voleri di Washington e Gerusalemme. Tutto lecito, per carità, nella corsa all'abiezione e al servilismo. Un po' meno miopia, tuttavia, avrebbe dovuto illuminare qualcuno sul fatto che certe visioni del mondo sono sempre a doppio taglio: un po' lavorano in un senso, un po' nell'altro; e che spesso, dopo i periodi del Terrore, vengono quelli dei Direttori, poi i Buonapartismi, poi le Restaurazioni. La Storia è divenire. Quello che è meno confortante è che molti di quelli che oggi votano le leggi repressive contro i reati d'opinione, con la stessa disinvoltura avrebbero plaudito entusiasticamente, sul finire degli anni Trenta del Novecento, alla repressione antiebraica. CIO' CHE UCCIDE LA LIBERTA' NON SONO LE IDEE, PER QUANTO CRITICABILISSIME, MA I CONFORMISMI, le scelte di comodo di coloro cui non importa assolutamente nulla di qualsiasi Olocausto, ma solo di potersi schierare in un coro vantaggioso per se stessi, salvo cambiarlo quando vantaggioso non dovesse risultare più. Singolare che pochi lo capiscano.

                        Piero Visani



giovedì 12 febbraio 2015

Cinquanta sfumature di grigio

        Non ho visto e non vedrò il film, che debutta oggi nelle sale italiane. Posso dire che ho cercato di leggere il primo dei libri della omonima trilogia, ma ho rinunciato presto, sommerso dagli sbadigli.
       Il delicato tema delle parafilie non andrebbe trattato da persone che ne capiscano solo - e malamente - l'estetica o qualche goffo ritualismo (che essi interpretano come goffo in quanto goffi nell'anima), ma esclusivamente da soggetti che ne condividano le ricche valenze in termini di esplorazione della psiche e dell'amore, nella sublimazione delle più coinvolgenti forme di erotismo, nello scavo della totalità degli abbandoni.
       A ben guardare, è la stessa differenza che c'è tra turismo e viaggio. E, da questo punto di vista, la trilogia di E.L. James è turismo di massa da villaggio vacanze, privo di qualsiasi profondità esperienziale, è noia organizzata, è voglia di richiudersi in un piccolo recinto e provare i brividi (?) tipici delle vacanze organizzate...
       La trilogia della James sta alla buona cucina come un McDonald's sta a un ristorante pluristellato affidato alle cure di un grande cuoco: molto semplicemente, non è.
       Manca la dimensione del viaggio, manca lo scavo psicologico, manca la colossale empatia che è necessaria per percorrere realmente - e farlo in due - itinerari on the borderline. Ma, per l'appunto, itinerari, non gite in pullman per acquistare pentole...
        Mi immagino le tonnellate di risatine pruriginose che questo film provocherà in un esercito di inibiti e sessualmente repressi. E' forse anche per non sentirle che non sono andato a vederlo. Francamente, ascoltare le modalità con cui i sessualmente repressi cercano di sviare le loro repressioni è penosissimo, mentre assistere alla mercificazione delle pulsioni della psiche di fronte alla fantastica varietà dell'eros è desolante. Ma questa è l'essenza della contemporaneità: ridurre tutto alle percezioni di chi percepisce solo lo squallore della più piatta banalità, in qualsiasi campo, e considerare "trasgressiva" tale penosa farsa.

                      Piero Visani



mercoledì 11 febbraio 2015

Signs


       Tre governi eletti senza voto elettorale.
       Due presidenti della Repubblica eletti da un Parlamento a sua volta eletto con un sistema elettorale incostituzionale.
       Controllo su conti correnti, carte di credito, informazioni varie.
       Leggi antiterrorismo per tutelare la "sicurezza" in un Paese dove sono entrati di recente senza controllo alcuno non meno di 150.000 immigrati.
       Repressione del diritto di opinione, per cui anche la storia la devi raccontare come la vogliono loro, venendo meno al fondamentale principio culturale per cui la Storia, proprio in quanto tale, è un processo soggetto a revisione continua, non una fede.
       NON SO VOI, MA COME STORICO MI PERMETTO DI DIRVI CHE, SE CREDETE CHE QUANDO SI INSTAURA UN REGIME AUTORITARIO CI SIANO I POLIZIOTTI CHE LO VANNO A SCRIVERE SUI MURI, PER DARNE COMUNICAZIONE UFFICIALE A TUTTI, O LO DICANO I TELEGIORNALI: "da stasera il governo Renzi è una dittatura!", SIETE FUORI STRADA...
       Le libertà muoiono ogni giorno, e non tornano più.

                                         Piero Visani

Viva la libertà!!


        Dal 28 febbraio scatta l'anagrafe fiscale su conti correnti, carte di credito e quant'altro. Una muta di "cani da guardia" inizierà a preoccuparsi di alimentare con i nostri soldi la mostruosa macchina di furto e spreco che ci "delizia" da anni, in nome della "lotta all'evasione" e (ma quello non lo dicono) della "democrazia totalitaria".

       Avete mai sentito un analogo impegno nella lotta alla corruzione? Intendo impegno nei fatti, non a parole.
       Qualche altro "mostro" sarà sbattuto in prima pagina, giusto per coprire le liste di certi soggetti italici ben coperte da fiduciarie e prestanomi, e presenti non in Svizzera, ma a migliaia di chilometri da qui, in luoghi dove non fanno domande.
       Potremo scatenarci contro "l'immoralità" degli evasori e ammirare, una volta di più, la "moralità" dei nostri governanti.
       Sono sinceramente dispiaciuto di non poter concordare con un grande poeta come Robert Brasillach. A lui il suo Paese faceva male. A me, quello che fu il mio (perché da anni mi considero assolutamente apolide), fa - molto più semplicemente - SCHIFO.

                               Piero Visani

Ponti

       Ho inseguito tutta la vita l'illusione che, nei rapporti umani, fosse possibile gettare ponti in tutte le direzioni, intessendo relazioni con tutte le persone che reputavo interessanti.
       Sono stato duramente smentito, ma la lezione mi è servita. Dopo aver passato lunghi periodi a soffrire per cercare di farmi capire, a un certo punto ho gettato la spugna e ho deciso di concentrare le mie attenzioni solo su quelle persone di cui mi fosse chiaro, fin quasi da subito, che ci capivamo al volo, che non mi volevano ingannare e/o prendere in giro e che non mi accettavano "a sovranità limitata", ma in maniera olistica, apprezzandomi per quello che sono.
       Di colpo, ho finito di soffrire, di sprecarmi, di sciupare me stesso nel perseguimento di obiettivi non impossibili (nulla è impossibile...) ma inutili, dove ogni sforzo fatto è una classica road to nowhere. Per molto tempo, io avevo davvero cercato di gettare ponti, ma, se di là del fiume l'altra riva è in perenne movimento, magari non propriamente per caso, ma perché ciò è conforme al suo progettino di seduzione, o di presa in giro, o di dominio, la mia non finiva per essere altro che una deliberata corsa al massacro, che mi rendeva pure oggetto di rimbrotti e critiche se, nel dare sfogo alla mia rabbia per essere stato giocato, magari talvolta mi innervosivo un po' troppo.
       Da quando ho capito come devo comportarmi, forse sono considerato un soggetto vagamente duro e crudele, ma - ed è quel che conta per me - nessuna può considerarmi più una vittima o un bersaglio designato. Cerco e trovo unicamente empatia, e per il resto mi sento Augusto Daolio mentre canta "Voglio ridere". Ma non mi sento vincitore, mi sento accorto, attento e infine al riparo dalle prese in giro. C'è ancora molta sincerità a questo mondo, ma occorrono tenacia, perseveranza, fortuna e accortezza. E una estrema attenzione a non entrare in una specifica categoria di negozi, le "profumerie", evitando le loro proprietarie e/o gerenti.

                                 Piero Visani




martedì 10 febbraio 2015

Memorie


       Non penso che vedrò mai, in questo mondo (più ancora che in questo Paese), delle memorie realmente condivise. Ciascuno ha le proprie.

       Amerei moltissimo NON vedermi attribuire a forza memorie che non ho.
       Amerei non meno vedere divisi i morti con logiche non da Lega Calcio (Serie A, Serie B, C1, C2, etc.).
       Amerei ancora di più non vedere servi sciocchi - cui nulla importa di TUTTE le morti, a parte la propria... - elogiare i morti "comodi" e dimenticare quelli "scomodi".
       Amerei infinitamente di più che, almeno di fronte alla morte, si offuscassero le miserie della vita.
       Tirerei un sospiro di sollievo se non dovessi continuamente vedere omaggi a tutti i conformismi, di sinistra, centro, destra.
       Sarei per una volta contento di essere nato se potessi capire che i più celebrano le loro memorie per passione e sentire condiviso, non perché è pervenuta la "velina" del Minculpop di turno (di destra, sinistra, centro).
       Amerei che le persone pensassero con la propria testa, se ne hanno una, e rispettassero i morti, tutti i tipi di morti, lasciando le divisioni e i conformismi alla vita e alle sue brutture.

                                               Piero Visani

lunedì 9 febbraio 2015

L'amante del rischio

       Milano. Ristorante carino dalle parti di corso Como. L'Amante del Rischio ha un appuntamento a colazione con il Convitato di Pietra, cui si aggiunge - imprevisto ma molto gradito - il Presentatore (detto anche la Causa di Tutto).
       La riunione conviviale scivola via allegra e vagamente goliardica, come succede tra vecchi amici, ma poi il Convitato di Pietra non si sottrae alla sua consolidata vocazione alla provocazione e porta deliberatamente la conversazione dove NON dovrebbe portarla.
       Il Presentatore non gradisce, ma abbozza: è uomo di classe e sa bene come cavarsela in situazioni del genere. L'amicizia che lo lega all'Amante del Rischio è assai più duratura e solida di quella che lo associa al Convitato di Pietra e forse, in cuor suo e nonostante chiarimenti vari, un vago quanto immotivato senso di colpa ancora lo nutre. Ma sa stare al gioco e poi individua immediatamente dove andarsi a posizionare: solidarizzare con il Convitato di Pietra per rimproverare all'Amante del Rischio quello che da sempre i due gli rimproverano: l'amore, per l'appunto, per il rischio.
       Un Amante del Rischio, tuttavia, quasi mai si sente in difficoltà, proprio perché il rischio lo ama e lo ha sempre amato. Anzi si potrebbe dire che una situazione del genere, sotto il fuoco di fila di due tiratori niente male, addirittura lo stimoli.
       Si rivangano perfino due situazioni parallele, anche se non simili, svoltesi nel capoluogo lombardo a distanza di quasi trent'anni, aventi sempre come protagonista l'Amante del Rischio, e si cazzeggia un po' sulle medesime.
       L'Amante del Rischio non nega nulla, anzi ammette tutto. Ammette di aver giocato against all odds e di essersi divertito in entrambe i casi, cui - volendo - se ne potrebbe pure aggiungere un terzo, cronologicamente più vicino al secondo che al primo... Non nega neppure di essersi sempre sentito emotivamente coinvolto, dunque di averlo fatto per passione, non certo per mero azzardo o per autoaffermazione, e di essere andato verso l'inevitabile fine anche quando tutto, ma proprio tutto, gli avrebbe consigliato di sganciarsi. Il fatto è che - da buon Amante del Rischio - ha preferito giocarsi anche l'ultima carta che aveva in mano. Così non ha rimpianti. Certo, qualche sberleffo se lo prende, ma lui sa bene che "chi non risica non rosica" e non è che i suoi due commensali abbiano da insegnargli granché, da quel punto di vista...
       Grandi risate chiudono l'incontro, segno che il tempo ha cancellato cicatrici, piccole rabbie e perfino imbarazzi reciproci. L'Amante del Rischio ha cercato di vivere. Non ci è riuscito, ma non è che adesso sia morto...

                                      Piero Visani