sabato 11 aprile 2015

Estetica ed etica


       Esiste uno strettissimo rapporto tra questi due valori, che non si è mai rotto dai tempi della classicità, della "kalokagathia". Non per nulla, un mondo volgare e brutto come quello attuale è anche un mondo in cui l'etica è andata del tutto perduta, a vantaggio di peculiarità non meno volgari e brutte, come la corruzione, il furto, l'avidità. 
       Anche il progressivo allentamento dei fisici degli individui - e so già che questo non mi attirerà simpatie, ma io non mi preoccupo del "politicamente corretto" - è segno di un'incapacità totale di imporre a se stessi un rigore, un feroce autocontrollo anche nell'alimentazione. Al netto delle disfunzioni fisiche, che indubbiamente esistono, e che rientrano ovviamente in una diversa problematica, l'incapacità di imporre una disciplina a se stessi, in ogni campo, è fonte di enormi implicazioni sociali, spesso sottovalutate.
       Libertà e licenza vengono confuse, e si scambia volentieri l'esercizio di fondamentali diritti di libertà, sempre più distrattamente (o passivamente) ceduti al Leviatano statalista, in cambio di qualche piccola licenza da quattro soldi (dall'alimentare [e non dico gastronomico, perché quella è altra e nobile cosa] a una sessualità di plastica e priva di emozioni e passioni vere).
      Piccoli surrogati di pseudolibertà, mentre la morsa del "totalitarismo dolce" (in verità sempre meno dolce) ci soffoca ogni giorno di più e ci porta a chiederci che cosa abbiamo fatto - oltre ad essere molto ma molto distratti e tolleranti nei riguardi di chi ci governa - per meritare una vita del genere, un autentico orrore sotto ogni punto di vista. Un orrore dove non si può dire "zingaro", ma NON SI DEVE dire che è IL PEGGIORE DEI MONDI POSSIBILI.

            Piero Visani