venerdì 1 maggio 2015

I cani di Pavlov


       Non c'è niente di meglio, quando occorre consolidare un potere, che dare innesco alle "reazioni pavloviane". Gli uni fanno casino e mettono paura a moderati e benpensanti, oltre a combinare un bel po' di danni; gli altri (quelli con una forte capacità di "individuare il nemico", li individuano appunto come nemici, sbagliando - per la miliardesima volta nella loro storia - la designazione del "nemico principale"). Al centro, il potere vero ghigna e gongola, pensando a quanto sciocchi e prevedibili siano i suoi nemici, quei cagnetti di cui basta attivare, come sempre, i "riflessi pavloviani"...

      Non c'è nulla di più noioso, in politica come in amore, che i "déjà vu". Si sa già come andrà a finire: male. Non per nulla il potere ricorre sempre a tali consolidati espedienti.

                                    Piero Visani