venerdì 21 agosto 2015

"Redditometro", "spesometro" e "Mafiometro"


       In questa cloaca a cielo aperto che qualcuno (illuso, fesso totale, complice...?) si ostina a chiamare "Stato italiano", il cittadino qualunque - oggi più correttamente definibile "suddito medio" - è soggetto a ogni tipo di controlli: quanto hai guadagnato in un anno, perché, dove, come? In che maniera hai speso i tuoi soldi? Hai osato spendere più di mille euro in una volta sola?
       Siamo tutti costretti a tenerci un sacco di contanti, per evitare che i "volonterosi carnefici" si facciano i fatti nostri e a organizzarci con astuzia per tutelare i nostri già modestissimi proventi.

       Controlli di tutti i tipi e generi, e se qualche protervo rappresentante dello "stato-Mafia" ti accusa di qualcosa, l'onere della prova - esattamente come ai tempi dello sceriffo di Nottingham - è a carico della difesa, senza che nessuna delle sovrane teste di mulo cresciute nella "patria del diritto" e avendo abbracciato la professione legale osi levare una voce (non ho scritto alzare un dito...) per protestare contro queste continue violazioni dei diritti fondamentali dei cittadini.
       Sei iscritto a un club sportivo? Sei ricco. Hai fatto un viaggio aereo per prendere contatti con un cliente straniero? Sei ricco. Prendi il "Frecciarossa" più volte al mese per tenere i contatti con i tuoi clienti italiani? Sei ricco.
       Un fantastico sistema di controllo, una autentica "società sotto tutela". E, se ti colgono a "sgarrare", cominciano le persecuzioni, che possono durare anni e trasformarti in un poveraccio, senza né auto né proprietà

        Tutta questa terribile serie di controlli da società totalitaria viene invece "stranamente" meno quando c'è di mezzo un esponente dell'"onorata società", il quale defunge nel rispetto di tutti e gli viene organizzato un funerale che è un trionfo di mafiosità senza che, dal ministro degli Interni all'ultimo funzionario di polizia locale, ne sapessero alcunché (o facessero finta di...).
       La notizia di un evento del genere - riedizione del film "Il Padrino" - ha fatto il giro del mondo, provocando scandalo anche qui da noi e non si capisce perché, dal momento che - secondo voi - noi da chi saremmo governati? La vicenda e il ruolo di Lucky Luciano nella preparazione dello sbarco in Sicilia del 10 luglio 1943 ricordano niente a nessuno?

       A me, in definitiva, stupisce lo stupore. Qui da noi, se appartieni all'"onorata società", sei trattato con tutti gli onori. Se no paghi il "pizzo" allo "stato-Mafia" e ai suoi organi. E taci, taci e sopratutto taci. Paghi il "pizzo" fiscale e taci, e non ti offrono neppure protezione. Sono stato abbastanza chiaro?
Il finto scandalo è solo una copertura, tanto per sollevare un po' di fumo sulla realtà.

                                  Piero Visani