martedì 22 settembre 2015

Deriva autoritaria


       "Sovrano è colui che decide sullo stato di eccezione": così recitava il celebre passo di Carl Schmitt. Oggi, in teoria, avremmo parecchie occasioni per decidere sulle situazioni ordinarie e su quelle non ordinarie, ma tutto è organizzato in modo per cui tutti quelli che un tempo furono cittadini non possano esercitare tale diritto e divengano sudditi, mentre la gestione della politica è basata su una serie di colpi di mano, veri e propri "stati di eccezione", in cui essi sono oggetto di decisioni che vengono prese altrove e sulle quali non hanno alcun diritto di controllo, oppure partecipano a riti collettivi (ad esempio quelli elettorali), dove il consenso e le maggioranze vengono ottenuti a colpi di persuasione palese ed occulta, evidenziazione di presunti (ma inesistenti) "stati di necessità" e anche di prevedibilissimi brogli.
Ormai la condizione del cittadino europeo è una delle più "divertenti": le armi di distrazione di massa lo persuadono quotidianamente di vivere nel migliore dei mondi possibili, mentre, a livello pratico, pezzi della sua libertà e sovranità vengono perduti ogni giorno e ancora di più saranno perduti in futuro.
       L'UE è il "Grande Fratello" autoritario e, non avendo una struttura politica, non è nemmeno contestabile per via elettorale, dal momento che il Parlamento Europeo, tra le tante farse di cui siamo circondati, è la più farsa delle farse.
       Su questo sfondo si inserisce prepotente la scelta di privare un continente e una popolazione di una cultura storica, grazie alla quale ci si sarebbe potuti ricordare che le derive autoritarie avvengono per colpi di mano, creazione di presunti "stati di necessità" e "spostamenti progressivi del potere". Ora, di colpi di mano a nostro carico siamo quotidianamente pieni; l'emigrazione di massa verso il Vecchio Continente rappresenta l'esempio più evidente di come sia facile creare uno "stato di necessità", specie se si fa nulla per contenerlo; mentre il suddito non totalmente beota e lobotomizzato dalle televisioni potrebbe chiedersi se "gli spostamenti progressivi del potere" siano a favore delle classi dominanti o a favore suo. Basterebbe che mettesse a confronto le proprie condizioni economiche medie con quelle di chi governa in nome suo (spesso - come nel caso italiano - senza nemmeno essere stato eletto ma a seguito di colpi di Stato) per comprendere la risposta.
       In definitiva, il suddito medio europeo vive immerso in continui "stati di eccezione" e - se avesse letto Carl Schmitt, cosa sempre auspicabile, visto il livello eccelso di questo grande politologo e giurista - si chiederebbe se lui ha capacità di "decidere sullo stato di eccezione" e quindi di essere "sovrano". A quel punto - come tutti noi - verrebbe preso da irrefrenabile, per quanto amara, ilarità, e cercherebbe - come tutti noi - una via di fuga. "Spes ultima dea".

                               Piero Visani