giovedì 24 settembre 2015

La "guerra senza morti"

       Che questo insieme di orrori, di situazioni verminose, di conti da pagare con soldi che (ai più, non a tutti...) non bastano mai possa essere considerato una vita, o qualcosa di vagamente assimilabile a una vita, è cosa condivisibile soltanto da individui talmente pervasi nel profondo da pulsioni masochistiche da essere disposti ad accettare qualsiasi forma di degradazione a loro carico.
        Come chiunque abbia un certo numero di anni sa bene, il piacere è stato da tempo sostituito dalla virtù, la nostra, sull'esercizio della quale campa allegramente una ristretta categoria di criminali politici e no. Costoro sono costantemente pronti a farci la morale, ma per loro vantano invece qualsiasi forma di privilegio. Alla virtù pagano un quotidiano tributo dialettico, ma della vita conoscono solo vizi, crimini e la più totale immoralità, anche se il gigantesco apparato mistificatorio cui ricorrono convince i più ingenui che le loro intenzioni siano buone, molto buone, volte al "bene comune"...
       Tuttavia, pensare che questa condizione di terribile costrizione individuale, psicologica ed economica possa durare in eterno, o anche solo a lungo, senza provocare conseguenze anche gravi, per non dire gravissime, è una pia illusione. Per constatarlo, è sufficiente guardarsi intorno, nella vita quotidiana: facilità all'insulto, all'alterco, scomparsa di qualsiasi forma di buona educazione o gentilezza, sostituite da una forte propensione alle litigiosità, allo scontro fisico, alla violenza privata.
       Come tutte le società pronte all'esplosione (o all'implosione, o ad entrambe?), la situazione di coloro che hanno la ventura di farne parte peggiora giorno dopo giorno e il disegno di farle degenerare in questo modo è terribilmente lucido, perché un deterioramento progressivo è assai più difficile da percepire di uno immediato, rapido, fortemente scandito.
      Tutto peggiora costantemente, mentre qualche piccolo imbonitore di turno usa tutte le armi di distrazione di massa di cui dispone per farci credere che invece la situazione migliori. La pia illusione di coloro che, tra noi, ancora si illudono, dura forse lo spazio di un telegiornale o di un discorso mal pronunciato, poi la realtà ritorna a imporre la propria legge ed è una legge dura, durissima.
       Quando, per pura ignavia, si lasciano formare queste situazioni, poi cercare di uscirne è ogni giorno più oneroso. I grandi mezzi di comunicazione di massa parlano di "venti di guerra", certo per prepararci all'evenienza, ma la "guerra di tutti contro tutti" è già iniziata da tempo, mentre la "guerra per bande" ha ormai sostituito i conflitti di tipo tradizionale. Come il Titanic, andiamo passivamente incontro al nostro iceberg e l'impatto con esso sarà tremendamente duro. Ci promettono che sarà "una guerra senza morti", la classica guerra "post-eroica", ma di sangue e di morti già siamo pieni, senza vantaggio alcuno per noi, poveri schiavi sempre più sfruttati, e potremo uscirne solo con una fuga in avanti, non certo con una all'indietro.

                                                     Piero Visani