lunedì 14 dicembre 2015

Guerre civili


       Ripensando a quanto scritto e detto in questi giorni, mi verrebbe da commentare "una guerre civile peut en cacher une autre"...
       "La grande bouffe" che ha consentito l'esito delle amministrative francesi di ieri, dovrà trovare molte nuove clientele - e dunque molte nuove risorse - per poter sperare di resistere ancora un po'. E le risorse, al momento, paiono latitare parecchio.
       Ma la luce che illumina il quadro politico è tanta: Destra e Sinistra non hanno più alcun significato, non sono più categorie politiche: ci sono solo "percettori" contro "produttori", "beati possidentes" contro "underdog".
      Durerà ancora un po', certamente, ma la resa dei conti si avvicina sorridente e serena, nella sua feroce determinazione.
      Storicamente parlando, una delle difficoltà maggiori che ha un ricco e privilegiato è riuscire realmente a comprende la condizione in cui versano i poveri. Visto che sono i ricchi ad evocarle, le guerre civili, (si vedano le parole di Valls), perché i poveri non cominciano a fare una serena riflessione in materia? Ne scaturirebbero utili indicazioni. Un primo spunto: come mai le guerre civili fanno tanta paura ad alcuni, al punto da evocarne deliberatamente e provocatoriamente lo spettro? Forse che costoro hanno qualcosa (o molto...) da perdere e gli altri nulla, a parte le loro catene?
       Abbiamo di fronte un futuro certamente interessante e occorre riempire gli animi di un carburante molto importante, la cui peculiarità prima consiste nell'accendere i cuori.

                     Piero Visani