giovedì 10 dicembre 2015

Il trionfo della sensibilità


       Difendere l'esistente è assolutamente legittimo. E' una forma di comprensibile conservatorismo che sarebbe tanto più stimabile quanto più ammettesse la sua natura scopertamente conservatrice, quando non reazionaria.
       Mi chiedo tuttavia come si possa dare prova di totale cinismo quando, dopo aver giustamente deprecato la morte in mare di poveri migranti, le migliaia di suicidi che stanno avendo luogo in Italia possano essere liquidati moralisticamente come forme di "incauto acquisto" (se avessi avuto un consulente onesto, o un'assicurazione, non ti sarebbe mai capitato: volevi guadagnare troppo, eh...?), di depressione o di soverchia attenzione al valore del denaro.
       Tutte contestazioni legittime, per carità, ma che forse NON colgono l'ESSENZA del problema: non siamo tutti uguali, di fronte alla morte? Ci sono morti di prima classe (i migranti) e morti di seconda e anche terza (i suicidi, gli italiani strangolati dal fisco e dalle banche)? Ma perché siete così attaccati al denaro, piccoli miserabili borghesucci? Non guadagnate più a sufficienza perché non avete più un mercato? E cercatevelo, che diamine? Non potete cercarlo perché non avete le giuste conoscenze? E trovatevele, caspita, come abbiamo fatto noi andando più volte alla Leopolda o in posti analoghi. Le aziende con cui lavoravate sono fuggite tutte all'estero causa fiscalità folle italica? E andateci anche voi, toglietevi dai piedi e, se proprio non trovate altre soluzioni, suicidatevi pure!
       Con queste premesse, c'è davvero da sorprendersi se alcuni soggetti, armati di tutto punto e dalle intenzioni palesemente aggressive, dicano che "Allah è onnipotente e misericordioso"? A mio parere, stanti i ragionamenti di cui sopra, Allah è sicuramente molto ma molto più misericordioso di certi nostri connazionali, i quali - palesemente - ci vogliono morti. Se è per questo, per quanto mi riguarda non ho difficoltà a scrivere che non sono soli...

                                    Piero Visani

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