domenica 6 marzo 2016

Il coprologo

       In un Paese come il nostro, il libero professionista o il titolare di una piccola impresa sono in genere costretti a combattere una battaglia sempre più dura, ignota a quanti svolgono un lavoro dipendente, ma non per questo meno vera: la battaglia per la ricerca e/o la creazione di un mercato.
       La questione si risolve con semplicità, se si è nelle grazie di qualche partito di potere (nazionale o locale poco importa), ma diventa una terribile "lotta per la vita" se non si hanno (o non si vogliono avere) determinate conoscenze. Non solo infatti occorre lavorare mediamente almeno 12 ore al giorno, per portare a casa una somma miserrima, che sarà poi quasi totalmente decurtata da quanti sono ansiosi di farti conoscere "il lato oscuro dell'accertamento". Ma occorre altresì dedicare una parte di quelle ore alla ricerca di nuovi mercati e nuove opportunità di lavoro.
       Impegnato in tale complessa attività, giorni fa ho avuto una brillante intuizione: visto che vivo in un Paese di autentico, purissimo guano, perché non fare il coprologo? Visto che siamo tutti sommersi dallo sterco, chi potrebbe essere più richiesto, a livello di competenze, di un coprologo?
       Entusiasta per la mia brillante intuizione, ho comunicato la cosa agli amici più fidati e molti di loro hanno storto il naso: "ma ti sembra il caso di sviluppare un mestiere del genere, palesemente provocatorio, in un Paese che ha bisogno soprattutto di serietà? Ma ti sembra serio contribuire a innalzare il livello di guano generale?"
       Ci ho pensato su qualche nanosecondo, e sono giunto alla conclusione che la mia intuizione rimanesse in ogni caso brillante: l'Italia ha bisogno di coprologi, e non certo di uno solo, ma molti. Occorre farli intervenire dovunque, affinché possano spiegare all'(in)colto e all'inclita per quale ragione il "Bel Paese" sia diventato così brutto e coperto da tonnellate di guano. In una parola, chi è che lo sparge a piene mani, e perché?
      Dunque non accetterò consigli ispirati alla logica del decoro o del rimanere entro certi limiti. Voi vedete decoro, vedete limiti nella corsa alla produzione di guano? Quanto si alzerebbe, giorno dopo giorno, il livello di un coprometro in Italia, se per caso utilizzassimo uno di questi strumenti così rivelatori...?
      Ergo sono al lavoro e ogni giorno di più constato quanto sia scuro "il lato oscuro" del coprometro. Spero di riuscire a renderlo chiaro e a raccontare agli italiani sotto quante valanghe di guano siano sepolti. Nel caso non se ne siano ancora resi conto e - soprattutto - non abbiano il coraggio di dirlo. Molti obietteranno che il mio non è un comportamento dignitoso e io risponderò loro che neppure creare tonnellate di guano è dignitoso e pure tutti lo accettano passivamente, per cui, se ci sono carenze di dignità di comportamenti, non riguardano solo me...

               Piero Visani