mercoledì 9 marzo 2016

Lo Stato siamo noi...?

       Quando devi pagare qualcosa al Leviatano che uccide i tuoi sforzi e i tuoi giorni, "il braccio violento della legge", longa manus del "lato oscuro dell'accertamento", non manca di far sentire il suo impegno persecutorio.
       Se invece ti capita, come è capitato a un mio familiare stamane, di essere oggetto di un furto con destrezza, fortunatamente modesto ma noioso per la solita questione burocratica della sottrazione dei documenti personali, ecco che hai la possibilità di vedere, e toccare con mano, come, in tutte le cose che concernono lo Stato italiano, la finzione si è sostituita più che mai alla funzione: il solito posto di polizia, la solita aria burocraticamente scocciata, i soliti moduli da compilare e far finire il più presto possibile nell'inceneritore.
       Una gigantesca finzione, nell'ambito della quale, mentre al ladruncolo viene riconosciuto il diritto alla sopravvivenza, a te viene riconosciuto quello della partecipazione a una farsa, pure mal concepita e sceneggiata. Ai soldi il tuo familiare nemmeno pensa più: era già povero e, se per caso li avesse conservati ancora qualche giorno o mese, ci avrebbe pensato lo Stato a portarglieli via legalmente: meglio siano finiti nelle mani di un ladro, almeno è un privato, magari ha rubato per fame, non per arricchirsi. Quanto ai documenti, il tuo familiare ha tempo di constatare, a sue spese, come e quanto proceda la tanto celebrata "semplificazione burocratica".
       Capisci che non sei più niente, che vivi in una giungla dove, se ti distrai un attimo, sei depredato o morto. Non ti interessa nemmeno più chi sia l'autore del furto o dell'uccisione. Ti piace troppo una vita così ricca di belle opportunità, di prospettive, di "domani che cantano" e di rosei futuri. Ah, dimenticavo: e di sermoni sulla "naturale bontà degli umani". Quelli mi mancavano...
       Viva la democrazia! E' il migliore dei sistemi possibili. Ergo, VIVA L'IMPOSSIBILE!!!

                                        Piero Visani