domenica 24 aprile 2016

Dalle politiche alle metapolitiche, e non viceversa...


       Leggo commenti entusiastici sull'esito delle elezioni austriache. Nulla da dire. Poi però vedo il Tg5 delle 20 e lo vedo impegnato a tirare la volata a Giachetti nelle elezioni romane, ad illustrare la gita dei grillini alle Fosse Ardeatine e a dedicare circa mezzo telegiornale alla celebrazione acritica del 25 Aprile 1945.
      Qui qualche cosa da dire l'avrei, perché, se le elezioni austriache - come alcune elezioni italiane del passato - danno gli esiti che danno e poi le metapolitiche che ne scaturiscono sono quelle del TG5, il problema non è palesemente quello di portare gli elettori a VOTARE in un certo modo, ma di portarli a PENSARE in un certo modo e di mantenerli saldi in quell'orizzonte di pensiero.
       Se non si fa così, si fa un po' di reazione-conservazione stimolata dalla paura dell' "altro da sé", poi ci si adegua prontamente ai dettami del pensiero unico, per vivere felici, contenti e soprattutto saldamente assisi su qualche comoda poltrona.
       La mia modestissima opinione è che, lavorando solo sul versante politico, ci si può anche ritrovare (in Italia è già successo...) con maggioranze parlamentari schiaccianti e poi fare tutta ma proprio tutta la metapolitica degli avversari, con evidente soddisfazione dei medesimi. Grande risultato! La storia del Centrodestra italiano, e non solo italiano... 
       Ernest Hemingway, parafrasando il titolo di un suo celebre libro, la definirebbe una "farsa mobile"...

                  Piero Visani