venerdì 5 agosto 2016

Autodistruzione

       Da quello che si legge sui media, parrebbe che una delle principali pulsioni di una parte non indifferente della gioventù europea (in senso lato, ergo compresi anche i figli degli immigrati) sia quella all'autodistruzione. Premesso che la pulsione all'autodistruzione è - storicamente parlando - uno dei principali simboli della vitalità di una gioventù, e non del suo contrario, ci sarebbe da chiederci come mai il sistema democratico, dopo averci portato nel "migliore dei sistemi possibili", abbia dato vita a tanti fenomeni autodistruttivi: forse perché fa più schifo di quanto appaia (e dire che appare un'ipotesi oggettivamente difficile, questa...)? Forse che la vita che ci ha imposto (imposto - tengo a sottolineare - perché è tanto "democratico"...) è oggettivamente ributtante per chi conservi un minimo di distacco emotivo da denaro, scadenze IVA e IRPEF; tasse, balzelli e gabelle, debiti, bail-in, stipendi da fame, precarietà totale, venir meno di qualsiasi senso comunitario, etc. etc.?
       La mia idea è che questa significativa propensione all'autodistruzione sia il sintomo più incoraggiante dell'esistenza di decine e forse centinaia di migliaia di persone che percepiscono - alcune confusamente, altre più nitidamente - di vivere in un universo di totale orrore, un orrore quotidiano che ha devastato e sta sempre più devastando le nostre vite, riducendoci a schiavi di un sistema dove dobbiamo solo pagare, in cambio di NIENTE, NIENTE DI NIENTE. Aggiungo che la seconda fortuna è che, per molti, la propensione all'autodistruzione non si identifica (come per alcuni) con la propensione al suicidio, perché quello sarebbe davvero un regalo troppo grande ai nostri tiranni. Diciamo che la partita è aperta e che i possibili vincitori non si devono illudere di poter combattere "conflitti a zero morti" (loro). Tutti questi fenomeni sono ancora all'inizio, da valutare, da veder evolvere. Vedo però in atto una forma terribile di hybris, quella che induce i potenti a pensare che potranno seminare ad infinito dolore e sofferenza senza mai pagarne il fio. Potrebbero avere ragione, ma anche no.

                                        Piero Visani