venerdì 7 ottobre 2016

Il voto che amo


       Se ancora mi interessasse votare (o pensassi che possa servire a qualcosa), voterei "no" al referendum. Tuttavia, ho orrore fisico dei "ludi cartacei" e non mi sento per nulla appartenente a questo paese (scritto rigorosamente minuscolo...), di cui so e voglio sapere NULLA.
       Trovo invece bellissimo il voto espresso da oltre centomila italiani con le loro gambe e qualche valigia, non so se ancora di quelle legate con la corda o un più elegante "trolley": "Goodbye everybody, I've got to go!". In effetti, quando il sadismo di un paese, della sua classe politico-burocratica, arriva a questi vertici di distruzione, non resta che togliere il disturbo. Se uno ha una vita sola, fa bene a tutelarsela e, avendo conosciuto l'autentico orrore italico, potrà adattarsi anche altrove. Peggio di come sta, non starà.
       Ah, la canzone testé citata inizia con:

"Is this the real life?
Is this just fantasy?
Caught in a landslide
No escape from reality
Open your eyes
Look up to the skies and see
I'm just a poor boy, I need no sympathy
Because I'm easy come, easy go
A little high, little low
Anyway the wind blows, doesn't really matter to me, to me
Mama, just killed a man"...

       Tutte belle domande, e un giusto finale, che può essere anche suicidio...

                       Piero Visani