martedì 31 gennaio 2017

Gli adempimenti

     Nel "migliore dei mondi possibili", la vita è tutta un adempimento. Sono sufficientemente avanti con gli anni per ricordarmi non solo di un'infanzia, ma di una giovinezza e da un discreto periodo di maturità non funestato, come da non meno di una decina di anni a questa parte, da adempimenti di ogni genere.
       Il ruolo dello Stato, nel corso della mia vita, si è ampliato in maniera esponenziale e ora tutto ciò che faccio è condizionato, in misura massiccia, da questa avida carogna che pesa sulla mia schiena (e non solo sulla mia, ovviamente).
        Che nessuno abbia notato questa deriva liberticida mi pare strano, che nessuno vi si sia scagliato contro mi appare ancora più strano, che si dia tutto per scontato e in fondo accettabile introietta nel mio animo un dolore sordo e una collera totale, che non lascio sfogare ma faccio attentamente lievitare sperando di liberarla, nel più terribile dei modi, quando sarà necessario farlo.
       Giro per la città, frequento uffici, vedo persone impegnate nelle sordide attività cui ci tengono incatenati politici, burocrati, banchieri, economisti. Non vedo segni di ribellione, solo di accettazione. Nessuno che paia rendersi conto che il "migliore dei sistemi possibili" è anche il più totalitario, quello che non ammette eccezioni e/o contestazioni, perché ovviamente è così e così deve essere.
       Non sentire il mio orrore condiviso mi ispira un po' di fastidio, ma poi rifletto e mi chiedo: "che cosa c'entra tutto questo con me? Che cosa ho io a che fare con queste cose? Sono "costretto come dita dei piedi" e sento bande di dementi che mi dicono che sono libero come non sono mai stato. No, miei cari, non è propriamente così. Ho conosciuto momenti e vite molto più liberi di questa, dove potevo essere me stesso senza sprecare il mio tempo ad assolvere adempimenti, a sacrificare vite e patrimoni alla sordida ingordigia di bande politico-criminali".
       Poi, prima di ritirarmi nel mio eremo, fuori dal mondo e lontano dagli uomini, sorrido amaro ma sereno: "non dovrò sempre subire, mi vendicherò. Se non riuscirò a farlo in questa vita, lo farà qualcuno per me nel corso dei secoli". Ho un senso molto stratificato del tempo ed allevo eredi, ben immersi nell'unico brodo primordiale che valga due soldi, quello dell'odio. Ora teniamo il coltello dalla parte della lama, ma non sarà sempre così e pregustiamo già le prelibatezze (per noi, e solo per noi) del cambio.

                      Piero Visani