giovedì 12 gennaio 2017

La società dell'infinita "trasparenza"

       Chiunque abbia avuto modo di conoscere, per semplice itinerario esistenziale, quella che chiamerei "la società dell'infinita trasparenza", sa che la democrazia contemporanea si compone di due livelli, quello superficiale e quello profondo.
       Il livello superficiale è quello che si vede e che si concreta, ogni volta che qualcuno si ritrova al centro di qualche vicenda giudiziaria o di qualche scandalo, nei soliti "commenti da portineria" o da "bravo borghese imbecille". Ne sintetizzo qui alcuni: "Non so, non li conoscevo, sempre e solo 'buongiorno' e 'buonasera', ma sembravano così brave persone. Non avrei mai pensato che... Non so più a cosa credere" (e, se quest'ultima affermazione venisse applicata davvero, sarebbe la prima acquisizione di consapevolezza esistenziale da parte di chi purtroppo ne è totalmente privo).
       Che cosa non avresti mai pensato, mio caro amico, che sotto una vita non ce ne possa essere un'altra o che, se dai fastidio a qualcuno, sotto una vita TE ne possano mettere un'altra, come è spesso successo in taluni casi ben noti?
       Non intendo entrare nella vicenda Occhionero, di cui so nulla, ma troppa gente pensa che la vita di una persona sia fatta di ufficio dalle nove alle cinque, di weekend del cavolo, di vacanze al mare in qualche bel villaggio segregato dal resto del mondo, in particolare dal Paese dove il villaggio stesso ha sede. E' assolutamente semplice, vivere così: è sufficiente credere in tutte le fole che ci raccontano: tutti gli uomini sono buoni, dobbiamo volerci bene, lavorare per il bene comune, l'evasione fiscale è turpe, dobbiamo batterci per la pace nel mondo, bisogna accontentarsi di ciò che si ha, etc. etc.
      Tutti abbiamo sentito, in periodi diversi della nostra esistenza, queste amenità. Molti vi hanno creduto, altri hanno incominciato ad interrogarsi sulle ragioni per cui vengono profferite; altri ancora hanno avuto l'opportunità, talvolta per mera casualità, di gettare uno sguardo approfondito "on the other side of the hill", cioè sugli arcana imperii, vale a dire su quanto sta realmente dietro alle affermazioni di comodo sulla naturale bontà dell'uomo, sul fatto che potremmo essere tutti migliori se ci comportassimo diversamente, e via blaterando.
      Anime inquiete, questi soggetti hanno cominciato ad interrogarsi sul perché la società dove l'unico obiettivo parrebbe essere il "bene comune" sia in realtà profondamente immersa in qualcosa che dal "bene comune" risulta assai distante e dove la guerra, negata al primo livello e anzi demonizzata, viene combattuta al secondo livello senza esclusione di colpi, senza pietà alcuna e con un numero assai rilevante di vittime (si possono fare migliaia di vittime anche senza che la gente lo sappia, perché la morte formale è assai più facile da comminare di quella sostanziale).
     La "società dell'infinita trasparenza", dunque, è quanto di meno trasparente possa esistere: siccome il conflitto turbava i sentimenti gentili delle "anime belle", si è ritenuto preferibile spostarlo ad altri livelli, tra gli "arcana imperii", dove continua più crudele e crudo che mai. Ogni tanto esso emerge, ma non è assolutamente detto che quanti vengono additati al pubblico ludibrio come colpevoli siano realmente tali. Magari sono stati seguiti a lungo, nei loro tentativi di "conquistarsi un posto al sole" (attività che chi è già in una posizione ben soleggiata ama poco o punto...), in modo da utilizzarli in forma attiva in certe fasi (al limite anche con la concessione di qualche aiutino...) e in forma passiva (cioè come capri espiatori) in certe altre.
        Poi viene il giorno in cui, su tutta la stampa borghese, emerge la raffigurazione di un mondo in cui ci sono solo società di comodo, scatole cinesi, paradisi fiscali (ma non erano stati tutti aboliti...?), miliardi e miliardi di denaro sporco, personaggi che lavorano nel sottobosco e nell'ombra, vale a dire un mondo in cui risultano BEN PRESENTI soggetti, luoghi e strutture di cui, fino al giorno prima, si era ufficialmente negata l'esistenza.
      Se uno è attento a ciò che gli accade intorno, comincia a porsi determinati interrogativi e magari a chiedersi se può sperare anche lui di essere in qualche modo ammesso a viaggiare in prima classe. Se invece non è attento, può pensare che sia stata raffigurata a tinte forti una vicenda che per lui sarebbe possibile solo in un film di James Bond o Jason Bourne. Sfortunatamente per lui, la finzione cinematografica è quasi sempre inferiore - e di molto - alla realtà vera, la quale però, se la si circoscrive al primo dei due livelli, è molto più facile da vivere: lavoretto ottenuto a stento, stipendietto da quattro euro (ma con poche o punte responsabilità...), pensioncina da sopravvivenza usque ad mortem. In una parola, la "felicità"...
      Per gli altri, per quelli che non si contentano di una "vita a credito" e sanno che "the truth is out there", ci sono molte altre strade possibili e molte sliding doors. Ovviamente, su molte di quelle porte c'è scritto - a mo' di monito da non disattendere troppo: "Non aprite quella porta!". Potreste capire e, capendo, potreste morire...

                                  Piero Visani