sabato 4 febbraio 2017

Povera Patria


       Giorni fa, l'amico Roberto Alfatti Appetiti ha chiesto ai componenti della sua cerchia relazionale di dirgli come pensano che saranno tra dieci anni. Ho risposto che penso che sarò povero o addirittura in miseria, in un'Italia ormai finita.
      Oggi approfondisco un attimo la mia tesi, non a livello personale, dal momento che penso che chi vive nell'Eurolager sia già morto da tempo e al massimo non se ne sia accorto. Ergo essere tra dieci anni in povertà o in miseria dopo averne già vissuti altrettanti in povertà non sarà certo un problema. E' il "migliore dei mondi possibili", quello che ci avevano promesso, quello in cui "lavoreremo di meno e guadagneremo di più" (piccola inversione di fattori sfuggita a un "padre della Patria" di grande cultura teorica e politica, e di madre nubile).
       Tuttavia, per nutrire un certo pessimismo è sufficiente fare due conti: al ritmo di un punto percentuale l'anno, l'IVA sarà al 35%; la tassazione intorno al 90-95%, per cui a molti lo stipendio verrà fatto vedere, come attestazione che ne ha avuto diritto e gli è stato consentito di esercitarlo, ma non potrà incassarlo, in quanto dovrà servire a ripianare il debito pubblico, che sarà salito intorno ai 3.000-3.500 miliardi di euro. Il lavoro autonomo sarà stato soppresso per legge, in quanto fonte di evasione fiscale; se non sarà stato soppresso, la tassazione su di esso sarà portata al 110%, per cui gli ultimi "coraggiosi" che avevano continuato a svolgerlo saranno morti di fame e di stenti, o fuggiti all'estero.
Il governo sarà esercitato da un "Gauleiter" germanico che - tutti i giorni dell'anno, meno ovviamente il 27 gennaio - ripeterà "urbi et orbi" che "il lavoro [gratuito] rende liberi...", a dimostrazione che i regimi possono morire, le vocazioni storiche, frutto di spiccata sensibilità umana, no.
       Ultimo ma non minore, la percentuale di stranieri sul totale della popolazione italiana sarà lievitato intorno al 25% e continuerà a salire, non per pagarci le pensioni (quali...?), ma perché più tale numero salirà più le Coop rosse e bianche prospereranno, e i loro capoccia potranno dire che 320 euro al mese rappresentano un reddito dignitoso per il cittadino medio (anzi, forse tale cifra sarà pure stata ridotta).
       I giornali saranno pieni di dichiarazioni sul fatto che "l'anno prossimo comincerà la ripresa" e il "Gauleiter" di turno verrà in televisione a dire che "l'imperativo unico è vincere [la crisi], e vinceremo!!".
Non saper leggere la Storia, passata e recente (fare per esempio un paragone tra l'Italia del 2007 e quella del 2017) è sempre stata una tragedia italica. Continuerà: la tragedia, più che la storia...

                                 Piero Visani