mercoledì 15 febbraio 2017

Un patto sociale contro i populismi


       Nell'edizione odierna del quotidiano "La Stampa", il noto politologo statunitense Charles A. Kupchan, ex-consigliere del presidente Obama, scrive un peana in favore dell'esigenza che "tutti i centristi del mondo" (vedete, a volte si riesce persino a diventare "la voce della fogna" senza neppure pensarlo...) hanno di unirsi in un patto sociale contro i populismi, per lui incarnati per ora da Donald Trump e Theresa May, ma con molti altri in lista d'attesa.
       Non discuterò i contenuti dell'articolo, visto che è la solita tiritera dei "beati possidentes" contro i depredati di tutto il mondo, ormai diventati nuovi diseredati, gli "underdog" di una narrazione che - a dirla tutta - non pare proprio animalista...
       Il finale comunque è un'autentica perla, che i kapò dell'Eurolager dovrebbero incorniciare nei loro lussuosi uffici: "...almeno per ora, la leadership europea è la migliore speranza per l'internazionalismo liberale"....!!!!!
       Non ho ancora smesso di ridere, ai limiti delle convulsioni. A parte che di liberali, in Europa, tra ex-agenti non pentiti della Stasi e socialisti a tempo pieno ne vedo davvero pochissimi - e comunque, ammesso e non concesso che ce ne siano, il loro sarebbe il "liberalismo dei divieti", che potrebbe forse risultare anche un'espressione vagamente contraddittoria - alla fine ho capito quale sia lo "zoccolo duro" delle tesi di Kupchan: IL RIPRISTINO DELLA SCHIAVITU'. E' un programma forse un po' "forte", ma chiaro: il "patto sociale contro i populismi" consiste nell'alleanza di tutti gli establishment mondiali (e dei loro lacchè) per rendere schiavo il resto della popolazione. Del resto, è un patto sociale chiarissimo: NOI SOPRA, VOI SOTTO. Non vi piace...?

                         Piero Visani