mercoledì 12 aprile 2017

Letters from Iwo Jima


       Un film che ho terribilmente amato: nessuna cosa si fa in relazione ai risultati che può o NON può dare, ma alla quantità di onore che ci consente di salvaguardare, possibilmente alla totalità del medesimo. Nulla può essere legato ai risultati, tutto all'imperativo categorico di "diventare ciò che siamo". E' difficile da far comprendere, ma è il senso ultimo di una vita vissuta con onore.
       Dentro tutto questo, la morte ci sta benissimo, è semplicemente una forma di "iper-vita", satura di onore.
       La carica finale del film - senza alcuna speranza ma atto etico ed estetico per eccellenza - è un momento cinematografico e culturale altissimo, per di più frutto di un regista americano come Clint Eastwood: certe cose si fanno perché si DEVONO fare. Punto. L'onore non è commerciabile, infatti è odiatissimo dai mercanti e dai capitalisti... L'onore non ha clienti... Ha amici e nemici.
       Si scrive storia, con il sangue. Si crea memoria. Con la memoria, si ri-crea VITA. L'eterno ritorno dei valori.

                       Piero Visani




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