lunedì 26 giugno 2017

Una serata ad Alba

      Traversiamo in auto il Roero, dopo un'ottima cena, e scendiamo verso la capitale delle Langhe.
       Serata molto calda, città piena di gente, tra autoctoni e turisti, gelaterie, dehors, quell'atmosfera affluente e allegra assai diversa dal resto del Piemonte.
       Non ci vado mai troppo volentieri, ad Alba, perché il passato impone le sue ferree leggi sul presente, e al passato finisco per pensare, più che al presente. Tuttavia, quella lenta passeggiata nel centro della città, in mezzo a turisti per caso e no, mi induce alla riflessione ed è una riflessione che mi fa bene: ho sempre fatto tutto quello che ritenevo possibile fare e, quando non andavo più bene, sono uscito di scena, com'era giusto che facessi. Avrei molti rimpianti, ma non sono state decisioni mie, ergo non so bene che cosa potrei rimpiangere. Ho preso atto di cosa era stato deciso a mio carico e ho levato le tende. Ho raccolto i miei ricordi per iscritto e dopo l'estate li pubblicherò. Ho chiesto di essere dimenticato, e questo credo sia già avvenuto, e ho sollecitato rispetto per mio figlio, come io ne ho sempre evidenziato per altri figli che mostrano promettenti capacità in altri campi, di cui sono lieto, ma sommessamente. Chi è ostile a me - e non ho problemi nei riguardi di tale ostilità, che comprendo benissimo - è cortesemente pregato di ignorare l'esistenza di mio figlio. Abbiamo un rapporto che definirei simbiotico, per cui gradirei che il giovane Umberto fosse ignorato ed estraneo a qualsiasi forma di relazionalità, soprattutto se positiva (se negativa, la potrei capire: vorrebbe dire che il figlio farebbe ribrezzo come il padre, e questo potrei tranquillamente accettarlo).
       Quanto a me, si sprecano le volte che sono stato dichiarato "persona non grata". D'accordo, preso atto, scomparso. Comprendo e accetto tutto. Non penso mi sia richiesto anche di suicidarmi, non credo sia necessario. Me ne torno a casa in queste belle strade di Langa, respirando l'aria della notte. Se non andavo bene ad A, andrò meglio a B, o a C, o a D. Oppure non andrò bene ad alcuno, ma andrò bene a me stesso. Notoriamente mi piaccio molto, moltissimo.

                  Piero Visani




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